Serata musicale per gli orfani di Kobane

Storie di disperazione e coraggio cantate attraverso la musica, parole come pace e accoglienza che vibrano e risuonano come mantra nella sala dell’auditorium San Gabriele di Arco.

È lì che qualche giorno fa è andato in scena tra gli applausi e una visibile partecipazione il concerto della band trentina «Blood Rockers Band» che ha inaugurato ufficialmente il suo nuovo progetto musicale «Quo Vadis. Storie di migranti» accompagnata sul palco dal cantante e musicista curdo Serhat Akbal, che ha portato i suoni e i ritmi del suo popolo, e dal suggestivo progetto visivo di Cristina Zanella.

La serata, promossa a favore del progetto per i bambini di Kobane (sostegno a distanza ai 174 orfani dei martiri della città del Rojava) e della lotta del popolo kurdo, è stata organizzata dall’associazione «Verso la Mesopotamia – onlus», da anni in prima linea nella solidarietà internazionale per la difesa dei diritti fondamentali dei popoli del Kurdistan e della minoranza cattolica caldea dell’Iraq.
In contrapposizione netta con i muri che si ergono sulla paura e a difesa di una qualsivoglia sicurezza, la musica si fa ponte per la solidarietà.

I testi scritti da Fernando Ianeselli, uno dei fondatori del complesso formato da medici e professionisti del mondo sanitario trentino (Paolo Barelli, Paolo Cristofolini, Pierluigi Gamba, Andrea Lorusso, Massimo Ripamonti e Marco Scillieri), mettono in luce le diverse angolature della questione dell’esodo, dalla condanna dell’inesistente politica europea alla «maglietta rossa di Kobane» dedicata al piccolo Aylan, simbolo della tragedia dei migranti, il cui papà si è messo in contatto con la presidente di «Verso la Mesopotamia» Annamaria Parolari per ringraziare del tributo.

«La musica ha dato un grande apporto di solidarietà, è un ponte tra diverse culture e leggendo i testi di Ianeselli abbiamo ritrovato parola per parola quello che bisogna fare e che come associazione stiamo portando avanti da anni nella difesa del popolo curdo e della minoranza cristiano caldea» ha affermato la presidente Annamaria Parolari che ha ricordato come anche i messaggi di Papa Francesco e del nuovo vescovo di Trento monsignor Lauro Tisi invitino all’accoglienza.

La questione curda è da sempre al centro dell’agenda dell’associazione che mette in luce oltre alla necessità di accoglienza anche l’attenzione verso coloro che combattono quotidianamente la lotta per la sopravvivenza e la libertà come a Kobane, oggi simbolo della resistenza all’Isis.
Il concerto è stato poi replicato a Trento al Centro Civico Oltrefersina in Clarina, nell’ambito della serata «Popoli in cammino» organizzata dall’associazione Commons, con Melting Pot Europa.

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