Arco, il rito profano si ripete La bruciatura dei carnevali

di Davide Pivetti

Mentre in tutta la Busa venivano rimandate o cancellate definitivamente manifestazioni attese da mesi (per «Polenta e mortadella» così come per la «Sbigolada» di Torbole bisognerà attendere domenica prossima, quando si terrà anche la camminata «Aspettando polenta e mortadella» mentre la sfilata del carnevale di Arco è stata annullata) in quel di Varignano i volontari si sono rimboccati le maniche, hanno aperto l’ombrello quando indispensabile, e hanno dato vita all’edizione 2016 della «Festa di addio al carnevale», cioè il rito profano che da secoli si ripete nel Romarzollo la prima domenica di Quaresima.

Ovviamente non era possibile stabilire il record di presenze visto il maltempo di domenica, ma di gente se n’è vista tanta comunque, pronta ad applaudire i sette gruppi mascherati che hanno dato vita alla sfilata per le vie del centro storico di Varignano. Si è visto anche il sindaco Betta, che ha portato il suo saluto, presente come sempre l’assessore Tavernini, in visita a Varignanao anche il vicepresidente di Comunità Pedergnana e il consigliere provinciale Luca Giuliani.

L’organizzazione ha cercato di non far mancare nulla agli ospiti, compresi i «funghi» per scaldare quanti hanno gustato i piatti preparati dal comitato di Graziano Parolari.

Poi, alle 17.30, il momento più atteso, cioè la bruciatura dei carnevali (i baldacchini di alloro) all’imbrunire, in un’atmosfera sempre magica con lo sfondo della Busa e del Garda visto dalla collina soprastante il paese. Quest’anno la novità era il prolungamento della festa proprio sulla collina sopra Varignano. Anche qui il meteo non ha aiutato. Festa è stata ma solo fino verso le 20.30, quando pioggia e maltempo hanno consigliato di ritentare l’anno venturo.

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