Stampini, casa e box auto sequestrati Corte dei Conti: danno erariale da 798 mila euro

di Paolo Liserre

Poco meno di 800 mila euro, cifra che corrisponde agli stipendi percepiti durante il periodo di lavoro quale medico-chirurgo presso il reparto di ostetricia e ginecologia dell'ex ospedale di Riva, dal marzo 1985 al novembre 1997. Per essere precisi al centesimo, 798 mila euro. È il danno che sarebbe stato provocato alle casse pubbliche, prima quelle dell'Usl Alto Garda e Ledro, dal '95 in poi quelle dell'Azienda Sanitaria provinciale, dalla ancora presunta attività illecita di Andrea Stampini, l'ex responsabile dell'unità operativa di ostetricia e ginecologia rivana sotto inchiesta da parte delle Procura di Venezia e Vicenza per «esercizio abusivo della professione» in quanto avrebbe esercitato la professione medico-chirurgica senza mai essersi laureato né tantomeno specializzato. 

Il danno erariale relativo all'attività in Trentino di Stampini è stato quantificato ufficialmente proprio in queste ore dalla Procura generale presso la Corte dei Conti di Trento nell'invito a dedurre trasmesso al diretto interessato dal procuratore generale Paolo Evangelista, che ha delegato per i relativi atti formali dell'istruttoria il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trento. A fronte di questa contestazione, la stessa Procura contabile ha immediatamente disposto e reso esecutivo il sequestro conservativo di parte dei beni personali di Stampini, a cominciare dall'appartamento di proprietà a Bassano e di due box auto (sempre a Bassano del Grappa) per un valore complessivo di 421 mila euro. E questo è solo l'inizio perché proprio in queste ore si sta provvedendo al sequestro di un conto corrente intestato allo stesso Stampini e delle relative posizioni pensionistiche dell'indagato. Il sequestro dell'appartamento e dei due box auto a Bassano è stato notificato formalmente al diretto interessato nella giornata di ieri, contestualmente all'invito a dedurre e quindi alla possibilità di presentare una propria memoria difensiva nell'arco di un mese al massimo. 

Il provvedimento che segna un punto importante anche sul capitolo trentino di questa brutta storia, è stato assunto dal procuratore generale Paolo Evangelista sulla scorta degli atti del fascicolo d'inchiesta aperto a Venezia per «esercizio abusivo della professione», atti trasmessi a Trento e che hanno suggerito appunto di muoversi immediatamente contestando a Stampini il presunto (per ora) danno erariale e disponendo il sequestro conservativo di alcuni beni. Una richiesta che ovviamente riguarda i soldi pubblici, gli stipendi erogati durante il periodo '85-'97, ma che nulla ha a che fare con l'istanza presentata qualche giorno fa alla Procura di Vicenza dall'Unione Consumatori del Veneto e del Trentino Alto Adige, istanza che mira allo stesso provvedimento in modo da tutelare le vittime del «falso medico» nella prospettiva più che concreta di un'azione civile per danni. 

I carabinieri dei Nas di Treviso nei giorni scorsi hanno quantificato in 2 milioni e mezzo di euro la cifra che Stampini dovrebbe restituire in termini di stipendi percepiti da tutte le strutture in cui ha lavorato. In 36 anni, dal 1979 al 2015, Stampini ha lavorato per l'ospedale di Portomaggiore, per quello di Riva del Garda appunto, per l'Usl 3 di Bassano del Grappa e in forma di libera collaborazione professionale per quello di Dolo, in provincia di Venezia.

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