Destinazione Africa, l'ennesimo viaggio della solidarietà

di Paola Malcotti

Quasi tre decenni di impegno umanitario in Africa e decine e decine di opere realizzate a favore delle popolazioni delle zone più remote della Tanzania. Ed ora una scuola per oltre 300 alunni, dispersa nella savana, da terminare. È con un progetto che permetterà a centinaia di studenti di età compresa tra i 14 ed i 18 anni di ricevere un’istruzione superiore con cui costruire il proprio futuro (e per le ragazze, in quest’angolo di Africa troppo spesso vittime di violenza, di contare pure su un luogo sicuro, lontano dai grossi agglomerati e dai pericoli dei centri urbanizzati) con cui i volontari del Gruppo missionario dell’Alto Garda e Ledro si apprestano a festeggiare i 30 anni di attività.

Sono una ventina gli operatori della onlus partiti in questi giorni per l’altipiano della diocesi di Iringa, una zona vulcanica ad oltre mille metri d’altitudine, per l’ennesimo viaggio della solidarietà. Questa volta con lo scopo di completare il corposo lavoro iniziato due anni fa a Mibiki che, oltre alla costruzione di una scuola, con mensa, refettorio ed una sala polivalente, nel 2014 ha visto la realizzazione di nuovi edifici da destinare all’accoglienza delle suore, dei professori, dei volontari, nonché di un dispensario, unico punto di riferimento sanitario nel raggio di 20 chilometri per tutta la popolazione. Che qui si muove a piedi o, nel migliore dei casi, in bicicletta, su tracciati sterrati, polverosi, distanti da tutto.

«Ora vorremmo gettare le basi per una nuova struttura - spiega il presidente del Gruppo Luigi Bugoloni - che domani potrebbe diventare dormitorio per gli allievi e completare così questa cittadella studentesca di circa tremila metri quadrati, garantendo un futuro migliore alle nuove generazioni africane». È in un contesto di solidarietà e di aiuto concreto che si inserisce infatti lo spirito del Gruppo missionario, ormai una realtà del territorio non più solo dell’Alto Garda e Ledro ma anche tanzanico, composto da sacerdoti originari del Basso Sarca e un centinaio di persone, tutte motivate da semplice desiderio di operare a favore delle genti meno fortunate ed assicurare i diritti basilari di cibo, acqua, salute e istruzione.

Nato nel 1986 su iniziativa di padre Franco Cellana di Tiarno di Sopra e di Luciano Santorum di Riva, il sodalizio ha finora prestato la sua opera soprattutto in Tanzania nella realizzazione di acquedotti, pozzi, ponti, scuole, asili, ospedali, dispensari, «come richiesto dalle autorità civili e religiose del posto o dalla congregazione della Consolata, dando priorità ad istruzione e sanità, le maggiori emergenze in terra africana, mandando spesso anche container di materiale - soprattutto da costruzione - difficilmente reperibile in loco, con notevoli costi di  spedizione. Una voce fondamentale in tal senso lo rivestono ogni anno i contributi erogati da Regione e Provincia, da privati, società ed enti di vario tipo, destinati esclusivamente alle opere. Ognuno di noi affronta il viaggio a proprie spese - conclude Bugoloni - restando in Tanzania per un periodo che va dai 40 ai 60 giorni; per lo più eseguiamo lavori specialistici di idraulica, falegnameria, meccanica, elettrica, ma c’è spazio anche per attività diverse e per chiunque voglia dare una mano. D’altra parte, se da quasi 30 anni operiamo con successo e disinteresse significa che ci sono ancora tante persone pronte alla solidarietà nei confronti delle persone più bisognose».

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