«Kite surf, serve il dialogo»

Lo dice Roberto Zampiccoli, istruttore federale di kitesurf che opera nel Garda bresciano

di Claudio Chiarani

«Il kitesurf, piaccia o non piaccia, è il futuro degli sport velici. Quando arrivarono i primi windsurf sul Garda, ormai quasi quarant'anni fa, quando fecero la loro comparsa i primi snowboard sulle piste da sci, quando i primi "rampichini" mossero i pedali nel Garda trentino, tutti remarono immediatamente contro. La novità spaventa, posso capirlo, ma oggi queste discipline sono la normalità, perché, dunque, osteggiare tanto il kitesurf?».

Roberto Zampiccoli è un istruttore FIV di kitesurf, opera nel Garda bresciano con la scuola «Adrenalina kite school», ottimo snowboarder e profondo conoscitore del lago di Garda. È lui che oggi desidera prendere posizione in merito alla disciplina del kitesurf che tanto sta facendo discutere. «Viviamo in un posto eccezionale - precisa - ma a volte la gente non vuol vedere più avanti del proprio naso. O, meglio, ci vede benissimo ma ha "paura" di fare le mosse giuste. Con questo non voglio dire che deve sparire la vela agonistica, o quella da diporto, sia ben chiaro, anzi. La vela significa indotto per la nostra zona e deve rimanere. Per questo io vedo il kitesurf da praticare nella zona assegnata alla navigazione degli stessi, ma altrettanto chiaramente dico che le regole di navigazione impongono a un'imbarcazione di aggirare l'ostacolo sopravento. È una questione di precedenze, mure a dritta, vento a destra insomma. È la Federazione Italiana della Vela, la FIV che lo dice, non noi che pratichiamo il kitesurf».

Norme che andrebbero rispettate, dunque, ma si sa che poi in pratica tutto va come capita e ognuno pensa di aver ragione. «L'episodio che cita il presidente del Circolo vela Torbole Tonelli - prosegue Zampiccoli - ritengo potesse essere evitato dall'imbarcazione. Suppongo che il kiter fosse un principiante, dunque anche l'istruttore avrebbe dovuto seguirlo meglio al fine di evitare lo scontro, o la caduta dei cavi del kite sulla barca e, di conseguenza, sul suo collo. Però oggi, e da entrambe le parti sottolineo, si vuole arrivare allo scontro, al muro contro muro. Invece ci dobbiamo sedere tutti attorno a un tavolo e parlare. Parlare e chiarire per capire meglio cosa possiamo e vogliamo fare, entrambi».

Ricordiamo che il kitesurf è ammesso dal 17 ottobre al 30 aprile nella zona nord del lago di Garda, e vietato nel restante periodo (1° marzo - 16 ottobre), ma consentito nella parte a sud dello stesso fino alle 9.30 del mattino di ogni giorno dell'anno e dalle 17.30 fino al tramonto. La linea di demarcazione corre dalla sponda est a quella ovest, per la zona in estate vietata sempre da Corno di Bò all'ex Casa della Trota, mentre arriva fino al confine con le due province di Brescia e Verona in quella consentita, negli orari sopra esposti.

«Propongo - termina Zampiccoli - a stagione finita un bel tavolo comune tra tutte le associazioni di kite, i circoli velici, i dirigenti della Provincia in modo da ragionare sulla proposta di anticipare sì alle 17 l'uscita in kite, com'era stato richiesto, ma altrettanto chiaro sia che, in caso di regate veliche i kite devono stare lontani dalle stesse o ritardare l'uscita quel tanto che basta a finire le regate, in ogni caso fuori dal campo regata. Perché, anche se ritengo la convivenza possibile, nel rispetto delle regole e precedenze tra le due imbarcazioni, infilarsi con i kite in mezzo a una regata non è certo molto intelligente».

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