Ferito al collo da un kitesurf «Impossibile kite e surf insieme»

La segnalazione arriva direttamente da Gianfranco Tonelli, presidente del Circolo Vela Torbole e padrone di casa, non più tardi di tre giorni fa, della conferenza stampa congiunta di tutti i presidenti dei circoli velici e surf del Garda trentino contro l'ampliamento dell'area lacustre e degli orari da riservare a chi pratica il kitesurf.

Una segnalazione che arriva in un momento davvero caldo del dibattito tra fruitori del Garda, con velisti e surfisti da un lato e kiter dall'altro a reclamare spazi, superfici d'acqua, tempo e regolamenti da rispettare o modificare.
Al centro del contendere la possibilità che le diverse pratiche sportive possano convivere senza ostacolarsi a vicenda o creare situazioni di disagio se non addirittura di pericolo. E la foto che è arrivata ieri dal Circolo Vela Torbole certo non aiuta chi sta cercando di mettere tutti d'accordo.

«Quello che vedete in foto - scrive il presidente Tonelli - è il segno lasciato sabato da un cavo di un kite sul collo di un nostro socio, Battista Giaotto, che stava bordeggiando con un Nakra quando improvvisamente si e abbattuto sulla sua prua il paracadute di un kite. Vi assicuro che definirlo fortunato è semplicemente vero, perchè se i cavi di naylon-teflon gli hanno lasciato solo quella ferita è solo per puro caso. In altri casi le conseguenze possono essere drammatiche». Con queste premesse inevitabili sono le conclusioni del presidente torbolano: «Abbiamo ampiamente discusso dell'impossibilità di coabitazione tra vela e kite, semplicemente per il pericolo che esso comporta - conclude Tonelli - ed ecco una prova di quanto può accadere in acqua».

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