Bolognano, l'Ufficio postale chiuderà definitivamente i battenti il prossimo 7 settembre. Battaglia fin qui inutile da parte del Comune

di Roberto Vivaldelli

Non sono affatto buone notizie quelle che provengono da Poste Italiane spa. L’azienda ha infatti comunicato ufficialmente al sindaco Alessandro Betta e alla giunta che il presidio postale di viale Stazione a Bolognano, chiuderà definitivamente i battenti il prossimo 7 settembre.

Le migliaia di firme raccolte in questi mesi di battaglia dal comitato e dai cittadini, e l’impegno diretto di Betta non hanno convinto i vertici dell’azienda, decisi a proseguire con il piano di razionalizzazione su scala nazionale. La raccomandata è giunta pochi giorni fa nell’ufficio del primo cittadino arcense. "In riferimento alla precedente comunicazione – scrive Poste Italiane spa – dello scorso 4 febbraio, con il presente atto le comunichiamo la chiusura dell’ufficio postale di Oltresarca, prevista a partire dal 7 settembre 2015. Tale intervento – spiegano i vertici dell’azienda – rientra in un piano di efficientamento volto all’adeguamento dell’offerta all’effettiva domanda dei servizi in tutti i Comuni del territorio nazionale, in ragione del comprovato disequilibrio economico. In ogni caso – scrive Poste Italiane Spa – va rilevata la possibilità di offerta di servizi innovativi quali l’accettazione a domicilio di prodotti di posta registrata".

Il sindaco Alessandro Betta, tuttavia, non ha affatto digerito la notizia e promette battaglia su tutti i fronti, non escludendo vie legali e ricorsi: "E’ davvero una presa in giro – commenta il primo cittadino, da mesi in prima linea sulla questione – sono davvero molto arrabbiato e deluso, non si sono degnati nemmeno di farci una telefonata. Non c’è alcun rispetto per la nostra comunità – sbotta il sindaco – metterò in atto tutte le iniziative possibili, anche se loro dicono di aver già deciso. Farò sapere a tutti cos’è Poste Italiane e come si sono comportati male con noi".

Il sindaco Betta non intende piegarsi alla decisione dell’azienda: "Ho già riunito la giunta – commenta – e ho inoltrato la lettera ai consiglieri comunali e al comitato di partecipazione. Ho inoltre informato il nostro avvocato che intendo fare ricorso contro questa chiusura. Porterò questa battaglia fino in fondo, stavolta userò io “cavilli” per il bene della comunità".

Il primo cittadino è particolarmente amareggiato di aver prolungato l’apertura dell’ufficio per soli cinque mesi: "Abbiamo guadagnato solo pochi mesi – spiega- nonostante tutto quello che abbiamo fatto. O Poste italiane ci ripensa o metterò in campo tutte le iniziative possibili, dall’incatenarmi allo sportello al ritirare tutti i risparmi; non intendo muovermi dalla mia decisione".

Secondo l’onorevole e presidente del civico consesso arcense Mauro Ottobre, una possibilità per risolvere positivamente la vicenda potrebbe essere quella di coinvolgere il consiglio provinciale: "Il problema – sottolinea l’onorevole – è che la questione non è di competenza della Provincia Autonoma di Trento. Tuttavia – spiega Ottobre – il consiglio provinciale potrebbe legiferare al fine di “supportare” i presidi periferici dove vi sia la necessità. Al riguardo c’era una proposta che andava in questa direzione, avanzata dalla consigliera Caterina Dominici, che però fu bocciata per pochi voti. In alternativa – commenta Ottobre – si potrebbe tentare una trattativa con il governo per cercare di portare a casa la competenza sugli uffici postali, o almeno in parte. In questi casi è necessaria l’integrazione da parte del pubblico: Poste Italiane spa guarda solo i numeri".

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