Arco, 3 palazzi da 5 piani al posto di villa san Pietro

Alcune sere fa il consiglio comunale di Arco ha approvato la variante al piano recupero di «Villa S.Pietro». Un progetto, ora definitivo, che prevede la realizzazione del nuovo centro residenziale e commerciale di tre palazzine, per un totale di 14mila cubi, e che sorgerà al posto dell'attuale struttura situata in pieno centro storico. Una fila di negozi al piano terra e 40 appartamenti ai piani superiori; cinque piani fuori terra e due piani interrati per posti auto. Il volume, 3.000 metri cubi più di quelli attuali, è suddiviso tra tre edifici con altezza massima di 16 metri. La proprietà dell'immobile è della «villa San Pietro srl», amministrata da Fabio Zanetti, già sindaco Dc di Drena, ora ricandidato.

La srl è di proprietà per il 3,25% di suo figlio Michele e per il restante 96,75% della Fiduciaria del Trentino Alto Adige srl. I proprietari reali, quelli che si mascherano dietro la società fiduciaria, non è possibile sapere chi siano. Nemmeno oggi lo rivela, Fabio Zanetti, come non lo fece nel 2009. La possibilità di sviluppo edilizio, grosso modo nei termini descritti, era stata concessa dal comune di Arco negli anni scorsi dalle precedenti amministrazioni di centrosinistra; quella approvata nei giorni scorsi è solo una variante. La comunità di Arco otterrà in cambio di tali possibilità edificatorie (e di quelle del nuovo compendio che sta sorgendo a Caneve per ospitare, si spera, la futura casa di cura psichiatrica), alcuni benefici. Li elenca l'assessore all'urbanistica Stefano Miori. Si tratta di qualche decina di metri quadri all'interno della nuova struttura; inoltre «il Comune incamera tutte le cessioni per realizzare la ciclabile e in più - spiega Miori - anche l'allargamento della strada da 6 a 7 metri e un'aiuola. Ci sarà anche una quinta verde. La passeggiata pedonale sotto il porticato resterà di proprietà privata ma con diritto di passo pubblico. Verrà creato un piazzale e altri parcheggi resteranno a uso pubblico. Rimarrà intoccato il capitello di San Pietro mentre il giardino dietro, scomparirà nella sua conformazione attuale e verrà rifatto più a sud».

Sulla mancanza di trasparenza e sull'impossibilità di potere controllare eventuali conflitti d'interesse, eventuali «benefici» fatti a se stessi o a parenti o familiari da parte degli amministratori della cosa pubblica (vedasi per analogia il caso della centralina sul torrente Sarca Nambrone alla ditta CG Energia srl), Miori osserva: «La legge permette l'esistenza delle fiduciarie per cui non si potrà mai sapere nulla a meno che non sia la proprietà stessa a dircelo. La trasparenza potrebbe essere un argomento interessante per futuri dibattiti». Secondo Fabio Zanetti non è importante sapere chi costruisce ma come si costruisce: «Poco conta - dice - chi ci sta dietro, conta la serietà di un progetto, la qualità. E noi abbiamo cercato di fare il massimo. Come privati abbiamo investito 60 mila euro per un concorso di idee: hanno partecipato 28 tra i migliori studi di progettazione, uno anche di Parigi. Ora lo studio Habitat segue il progetto per la parte amministrativa. Il piano di recupero è già stato approvato in passato. Quella di lunedì è solo una variazione per un aumento volumetrico che la legge consente per le costruzioni di classe energetica A+».                                                                   

Il piano è stato votato compatto dalla maggioranza, mentre l'opposizione si è divisa fra i voti contrari del Movimento Cinque Stelle, dei consiglieri Ravagni e Todeschi e l'astensione della lista «SiAmo Arco». A destare forti dubbi nelle file dell'opposizione, è soprattutto l'ignota identità degli appartenenti alla società fiduciaria che si cela dietro all'operazione immobiliare e che possiede il 96,75% di Villa San Pietro srl?, amministrata da Fabio Zanetti. «Si tratta di un problema emerso anche con la Variante 14 - ha accusato la consigliera Gabriella Santuliana del M5S - e riguarda la mancata trasparenza dell'amministrazione. Noi riteniamo che il Comune non possa non conoscere la reale identità degli interlocutori dell'operazione».

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