La crisi «affonda» centinaia di barche

Azzerate le liste d'attesa per gli ormeggi a S.Nicolò

di Davide Pivetti

La crisi che perdura da ormai sette anni ha fatto sentire i suoi effetti su diverse classi sociali. I casi più gravi sono quelli dei nuovi poveri, famiglie fino a poco tempo fa normali, che perso il lavoro si ritrovano in forte difficoltà. Fino a non poter, ad esempio, pagare l'acqua calda per le necessità igieniche quotidiane, come riferivamo nei giorni scorsi ricordando il ritorno in zona della scabbia.

Di tutt'altro tenore, ma ugualmente interessante per capire la profondità della crisi che stiamo affrontando (e speriamo superando) è il dato che arriva fresco fresco da porto San Nicolò. Molti rivani sanno benissimo che poche cose richiedevano tempo e pazienza quanto ottenere un ormeggio nella marina ai piedi del Brione. I 180 posti barca non sono mai stati sufficienti, tant'è che fino all'anno scorso si parlava di un imminente ampliamento del porto, con tanto di scavo dell'area oggi utlizzata a parcheggio e realizzazione di un nuovo molo galleggiante in darsena per recuperare preziosi posti barca. La domanda di ormeggi, infatti, è stata tra gli anni Novanta e i Duemila in costante aumento. Sono spuntate boe lungo le coste venete e bresciane, sono nate nuove marine, altre sono state rilanciate con investimenti milionari, come ad esempio quella della Fraglia Vela Malcesine a Navene.

Tutto questo contando su un movimento, quello del diportismo gardesano, che sembrava non andare mai incontro a vere difficoltà. Ma chi ha una piccola barca ormeggiata a San Nicolò non ha molto a che fare con i miliardari che ormeggiano gli yachts a Porto Cervo. E così anche qui è bastato poco per erodere quella capacità di risparmio e spesa che a tanti rivani e altrettanti trentini, consentiva di tenere il "guscio di noce" in acqua e le vele pronte all'uso. Spulciando nel sito della «Lido», la società in gran parte pubblica che gestisce il secondo porto più grande del Garda (dopo Desenzano), si resta stupefatti: non c'è più nessuno in lista d'attesa per gli ormeggi relativi alle categorie "A", "B", "C" e "D", cioè quelli relativi alle barche più piccole e meno costose (da comprare, manutenere e ormeggiare), scafi dai 5 a 9 metri. Due sole richieste in attesa per le categorie maggiori. 

Si pensi che solo qualche anno fa erano centinaia le domande in sospeso e per avere un posto barca in categoria "B" (una barca di 6 metri) occorrevano 9 anni di paziente attesa per la presenza di decine di aspiranti diportisti in lista da ancor più tempo. Un esercito di persone e una flotta di barche che sembrano sparite nel nulla. Molti probabilmente avevano fatto domanda senza avere una barca. Altri la tenevano altrove e hanno rinunciato. Altri l'hanno venduta. Anche chi ha raggiunto l'agognato ormeggio dopo così tanto tempo ora sta meditando di risparmiare. Per i porti del Garda si apre una fase nuova. Finora hanno dovuto respingere (o almeno congelare) le richieste, adesso dovranno iniziare a contendersi gli ultimi diportisti del Grande lago.

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