Riva, il crocifisso agita il consiglio: respinta mozione della Lega

di Paola Malcotti

Con 5 voti a favore, 6 astenuti e 15 contrari la mozione presentata in consiglio comunale a Riva dal consigliere della Lega Francescomaria Bacchin - con cui chiedeva l'esposizione del crocefisso in tutti gli edifici pubblici rivani, scuole comprese - è stata rimandata al mittente.


Un diniego dovuto più al modo con cui il dispositivo è stato presentato - a detta di molti, strumentalizzando il simbolo cristiano - che non per il tema trattato. Tra questi, anche il sindaco e il presidente del consiglio comunale Massimo Accorsi, che hanno visto nella mozione il mezzo inidoneo con cui sostenere i valori rappresentati dal crocefisso.


«La spiritualità è qualcosa di personale: non possiamo usare il crocefisso per manipolare il sentimento comune» ha detto Adalberto Mosaner , al quale ha fatto eco Carlo Modena che ha sottolineato come - dal punto di vista personale e non istituzionale - siano in molti a «non sentirsi turbati dalla presenza dell'oggetto-simbolo della fede cristiana, benché i modi utilizzati dall'esponente leghista per avanzare il documento non siano coerenti con i valori del credo religioso».


A chiedere al sindaco di prendere una posizione forte e coraggiosa e a sostenere la mozione di Bacchin è stato invece Piergiorgio Zambotti , che ha evidenziato come quello che stiamo vivendo sia «un momento delicato, in cui è necessario più che mai difendere i simboli d'espressione della nostra cultura e storia, per evitare che rispetto, tolleranza e discriminazione, concetti rappresentati dal crocefisso, debbano venir meno».


Dello stesso avviso anche Luca Grazioli: «Senza i simboli che ci ricordano la nostra umanità, carità e connessione con le origini, siamo in balia del nulla. Tutte le città, con i loro monumenti, parlano della nostra storia e della nostra fede. Il crocifisso sul muro non offende nessuno e la sua presenza non impone di essere credenti».
Ad abbandonare l'aula è stato invece Gerardo Gaiatto, deluso da quanto proposto dalle minoranze consiliari rivane: «Mi chiedo quale possa essere il futuro della città - ha osservato - dato che i problemi sono ben altri. In cinque anni la Lega non ha mai fatto opposizione su temi riguardanti il nostro territorio, andando invece ad aggrapparsi a qualsiasi cosa pur di raccattare voti. Anche in questo caso è stata usata la fede come strumento di odio e divisione sociale».


Rimanendo in tema di simboli dell'identità cristiana, in questi giorni Grazioli ha presentato un'interpellanza (alla quale il sindaco darà risposta nella prossima seduta consiliare) chiedendo lumi in merito «a delle voci secondo le quali in una o più scuole della zona si vogliano sospendere quei riti che da sempre caratterizzano il Natale cattolico. Non è infatti possibile tollerare l'idea che i canti tradizionali o il presepe possano urtare la sensibilità di bambini con un altro credo bensì, a parer mio, favorire l'integrazione offrendo loro l'insegnamento della nostra cultura».
Niente da fare infine per le mozioni - sempre di Bacchin - sull'applicazione o meno della legge sulla requisizione delle case sfitte per l'emergenza dei migranti, di cui si è decisa la non trattazione, e sul veto alla costruzione di moschee, ritirata dallo stesso proponente dopo che Franca Bazzanella ha dimostrato l'incostituzionalità del dispositivo presentato.

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