Slot, a Riva e Arco una ogni 100 abitanti

Settecento milioni di euro. E' questa la cifra impegnata in un solo anno, il 2012, dai trentini nel gioco d'azzardo, ossia l'equivalente di quel che potrebbe essere il costo per la realizzazione di Metroland e del collegamento Loppio-Busa. Un miliardo e trecento milioni gli euro spesi complessivamente in regione in slot-machines, gratta-e-vinci, lotto ed enalotto, tutti giochi che comportano rischio in denaro ed il cui esito è legato al caso, per una spesa annuale a testa - tra i maggiorenni - di 1652 euro

di Paola Malcotti

slotRIVA - Settecento milioni di euro. E' questa la cifra impegnata in un solo anno, il 2012, dai trentini nel gioco d'azzardo, ossia l'equivalente di quel che potrebbe essere il costo per la realizzazione di Metroland e del collegamento Loppio-Busa. Un miliardo e trecento milioni gli euro spesi complessivamente in regione in slot-machines, gratta-e-vinci, lotto ed enalotto, tutti giochi che comportano rischio in denaro ed il cui esito è legato al caso, per una spesa annuale a testa - tra i maggiorenni - di 1652 euro.


Cifra per nulla esemplare, che posiziona il Trentino Alto Adige al sesto posto nella classifica nazionale e che, in quella mondiale, vede l'Italia detenere il triste primato. Basti pensare ad esempio che solo nel Bel Paese e solo nel 2012, il fatturato dell'industria del gioco d'azzardo, l'unico a non aver ancora conosciuto la crisi, ha toccato la soglia dei 90 miliardi di euro (a fronte dei 15 miliardi registrati nel 2003 e dei 79 del 2011), alle spalle di quello di Eni ed Enel.


Anche nel territorio dell'Alto Garda il gioco patologico sta diventando sempre più una nuova emergenza nel panorama del disagio sociale. Pochi dati rendono l'idea del fenomeno, in forte e preoccupante crescita: sono 140 le slot machines presenti sul territorio comunale di Riva, 180 quelle ad Arco, praticamente una ogni 100 abitanti, installate non solo nei bar ma anche e soprattutto nelle sale da gioco autorizzate, in sale scommesse dotate di video-lottery-terminali, fino alle tabaccherie provviste non solo di licenze per le puntate su giochi sportivi ma anche di una moltitudine sconfinata di gioco d'azzardo, a partire dai classici gratta-e-vinci. E sono forse proprio le tabaccherie i luoghi più subdoli e più a rischio per i giovani e le categorie deboli, in quanto accessibili a chiunque, sprovviste di controlli e di limiti. Ma a preoccupare seriamente chi segue da vicino l'emergenza nel panorama del disagio sociale legato all'azzardo patologico sono le versioni online dei giochi, che dal 2008 ad oggi attraverso internet hanno visto raddoppiate le puntate e che nel giro di 2-3 anni soppianteranno le slot-machines.


«E' questa la nuova piaga da tenere sott'occhio - ha detto Stefano Bertoldi, responsabile dell'associazione Ama, il gruppo di auto-mutuo-aiuto che in Trentino si occupa del sostengo ai giocatori d'azzardo e ai loro familiari, relatore principale della conferenza dell'altra sera nella sala della Comunità di Valle - in quanto silente e invisibile. Il gioco online è praticabile ovunque e da chiunque, non implica l'uscire di casa per andare al bar o alla sala scommesse, basta uno smartphone o un pc, non è controllabile e non ha limiti. E soprattutto, è facilmente accessibile ai giovani e giovanissimi, ossia quelli che con le nuove tecnologie hanno grande dimestichezza. Ecco perché sono in crescita anche i progetti di prevenzione promossi, un po' a macchia di leopardo, sia dalle scuole sia dagli enti territoriali, dalle Comunità di valle ai singoli Comuni, al fine di sensibilizzare la popolazione e gettare i semi di un'educazione contro la cultura del "gioco e vinco facile"».

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