Asia / L’impresa

In Mongolia con la Panda: sette ragazzi perginesi hanno percorso oltre 26mila chilometri

In Romania si sono trovati faccia a faccia con un orso, in Iran, con la gente molto accogliente, hanno passato tre giorni ad attraversare il deserto trovandosi anche nel mezzo di una tempesta di sabbia; in Mongolia ad una macchina si è tranciato il telaio. Un viaggio davvero spettacolare: “Ma ci stiamo già preparando alla prossima avventura” assicurano i ragazzi

di Luigi Oss Papot

PERGINE - Overland, il programma di esplorazioni di Beppe e Filippo Tenti in onda in tv dal 1996 fa loro un baffo. Stiamo parlando di 7 ragazzi perginesi, fra i 24 e 29 anni, che hanno intrapreso un viaggio andata e ritorno fino a Ulan Bator, capitale della Mongolia. Solo che invece di farlo con camion attrezzati e scorte tecniche, hanno affrontato gli oltre 26 mila chilometri di viaggio in 71 giorni a bordo di due Fiat Panda immatricolate nel 2000 e 2002. Non 4x4. Nicolò Martinelli, Lorenzo Zanetti, Matteo Zampedri, Marco Zanetti, Davide Eccher, Mattia Salvadori e Gabriele Zotti, dopo una programmazione piuttosto lunga, sono partiti il 13 luglio scorso da Pergine per quello che hanno ribattezzato "Mongol Perzen": 18 i Paesi attraversati a bordo delle due vetture, per appunto 71 giorni di viaggio, con il rientro la scorsa settimana, venerdì 22 settembre.

Solo Mattia e Davide hanno fisicamente affrontato tutto il viaggio dall'inizio alla fine, mentre gli altri componenti si sono alternati, aggregandosi in vari punti dell'itinerario. Ma sta di fatto che l'impresa, incredibilmente riuscita, ha dell'eccezionale.

Come spiegano ancora entusiasti, raccontando tutte le bellezze che hanno potuto ammirare (e le avventure che hanno corso), il "Mongol Perzen" prende le mosse dal "Mongol Rally", che l'associazione inglese "The adventurist" propone dal 2004. Una pazza gara non competitiva che prevede poche regole: si devono utilizzare auto con più di 10 anni di vita, di cilindrata non superiore ai 1.100 centimetri cubi, non 4x4.

Nel 2021 la prima idea di partecipare, concretizzata quest'anno con l'iscrizione: la gara tuttavia è stata annullata per problemi legati ai visti necessari per attraversare tutti i Paesi. Ma dato che la squadra aveva già le macchine (una Fiat Panda acquistata dal nonno di un amico e un'altra invece regalata da un signore di Comacchio), battezzate "Tom" e "Jerry", le hanno sistemate dal punto di vista meccanico e degli impianti, alla luce del viaggio che avrebbero dovuto affrontare con anche il supporto a distanza di un amico meccanico in caso di bisogno (piccola lode alle Panda, che hanno fatto tutto il viaggio senza mai dover cambiare olio al motore).

E finalmente, ottenuti tutti i visti necessari non senza qualche difficoltà (provvidenziali a più riprese sono state delle guide locali), il 13 luglio c'è stata la partenza. Un viaggio a ritroso nella Storia, con la "s" maiuscola, ripercorrendo per buona parte anche la "via della Seta", toccando Slovenia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Turchia, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan, Kazakistan, Russia, Mongolia, poi ancora Russia, Estonia, Lettonia, Lituania, Repubblica Ceca, Austria e Italia, il tragitto più lungo e spettacolare fra quelli percorribili per questo rally.

E visitando patrimoni dell'umanità dell'Unesco, incontrando le popolazioni locali imparando anche a conoscere le loro tradizioni. Ed anche per fare un esame all'università per Davide, collegatosi da remoto con la sessione da un autogrill in Turchia. Gli episodi che i ragazzi raccontano, le meraviglie che hanno visto, le avventure che hanno corso, sono innumerevoli: ci sarebbe da scrivere un libro, anche se si sta mettendo insieme un video di tutto il viaggio.

Ad esempio, in Romania si sono trovati faccia a faccia con un orso; in Iran, con la gente molto accogliente, hanno passato tre giorni ad attraversare il deserto trovandosi anche nel mezzo di una tempesta di sabbia; in Mongolia ad una macchina si è tranciato il telaio. I passaggi di frontiera sono stati spesso dei momenti delicati, ripagati tuttavia da tutto quello che hanno potuto vedere. Il rientro è avvenuto lungo la Transiberiana, attraversando oltre 6 mila chilometri di strada in mezzo alla foresta, fino a San Pietroburgo. Un viaggio davvero spettacolare: «Ma ci stiamo già preparando alla prossima avventura» assicurano i ragazzi.

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