Turismo / Storia

La miniera medievale di Erdemolo si amplia, nuovo percorso nel cuore della montagna

La Gruab va Hardimb, nel territorio di Palù del Fersina, avrà un nuovo tratto di circa 30 metri, da sempre vietato per motivi di sicurezza: la Sovrintendenza ne approfitterà per indagini archeologiche

di Luigi Oss Papot

PALÙ DEL FERSINA. ll percorso di visita alla scoperta della miniera museo Gruab va Hardimbl, nel territorio di Palù del Fersina, si amplierà ulteriormente, rendendo ancora più attrattiva la scoperta di questo luogo perfettamente conservato. L'autorizzazione, su richiesta del Comune di Palù, arriva dalla Soprintendenza per i beni culturali della Provincia e dal suo dirigente, Franco Marzatico.

«Si tratta – spiega il sindaco Franco Moar - di ampliare la zona per le visite di circa 30 metri con un nuovo percorso, rendendo agibile un tratto fin d'ora escluso per motivi di sicurezza. Come amministrazione crediamo fortemente in questo sito museale, che vogliamo valorizzare al massimo, assieme al museo mineralogico S' Pèrgmandlhaus. In quest'ottica vanno anche i lavori eseguiti quest'estate all'esterno della miniera, che hanno sistemato e portato a nuovo l'arredo esterno. Lavori di 40 mila euro realizzati dal Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale della Provincia, che ringrazio per la preziosa collaborazione».

I lavori per i quali è stata autorizzata l'esecuzione invece hanno un costo di 159.659,95 euro (finanziati dal Gal Trentino Orientale con 79.688,88 euro): oltre al consolidamento di questo tratto finora interdetto, verrà sistemato anche l'impianto di illuminazione e si renderà necessaria la posa di una nuova passerella metallica.

Dalla determina provinciale emerge anche la volontà della Soprintendenza di approfittare di quest'occasione per svolgere alcune indagini: «La miniera -si legge infatti- si presenta in condizioni di conservazione eccezionali e ciò offre importanti possibilità di approfondimento del contesto archeologico, finora mai investigato. Al fine di non perdere le informazioni è però essenziale che i lavori di scavo o asportazione materiale, compresi i supporti lignei, i pilastri e le tavole anche di contenimento del materiale in parete, vadano eseguiti sotto la sorveglianza di un archeologo».

E poi ancora: «I lavori previsti potrebbero inoltre essere un'importante occasione di ricerca di tipo dendrocronologico, in collaborazione con il CNR Ivalsa di San Michele all'Adige. Al fine di applicare questo metodo di datazione, che potrebbe ad esempio aiutare a comprendere lo sviluppo cronologico della miniera, i legni devono però essere nel loro contesto e stato di conservazione originale. I legni sottoposti ad analisi dovranno essere prelevati direttamente sul posto dai tecnici specializzati in collaborazione con i funzionari dell'Ufficio beni archeologici».

Un piccolo scrigno del tempo dunque che potrebbe fornire nuove informazioni alla ricerca storica ed in particolare alla storia della valle: la miniera sorge a circa 1.700 metri di quota, e si raggiunge a piedi, dopo una passeggiata di mezzora nel bosco: è aperta fino al 31 ottobre, ora il sabato e la domenica, mentre in ottobre solo la domenica, con visite guidate dalle 10 alle 17.15 (prenotazioni su umpalai.it).

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