Personaggi / Il ricordo

Il Trentino piange Jolanda Demattè, una vita spesa per i bambini

Aveva 97 anni e si è spenta in Brasile, dove aveva realizzato tre case famiglia sulle orme di santa Paolina Visintainer. Come puericultrice aveva lavorato per Audrey Hepburn e John Fitzgerald Kennedy

di Luigi Oss Papot

PERGINE. Se n’è andato un gigante della terra trentina. Una di quelle persone che, con una vita semplice e donata agli altri, costruiscono un mondo più bello e più giusto.

Lunedì, a 97 anni, è morta in Brasile a Camaçari di Salvador de Bahia Jolanda Demattè, missionaria laica originaria di Vigolo Vattaro che ha speso i suoi anni da pensionata nelle favelas a favore dei bambini più poveri.

Come prevede la tradizione brasiliana, già lo stesso giorno della morte è stato celebrato il funerale, ma martedì prossimo, alle 19.30 in chiesa parrocchiale a Pergine, verrà celebrata una messa in suo ricordo.

Ultimamente era seguita da monsignor Giancarlo Petrini, già vescovo ausiliare di Salvador Bahia e dal 2010 vescovo di Camaçari, che ha assunto assieme al nipote, Fabio Petrini, laico consacrato, la gestione dell’opera di Jolanda, il centro Sagrada Familia che provvede ad accogliere, nutrire, educare ed assistere anche dal punto di vista sanitario e psicologico bambini poveri e con problemi psico-fisici dai 15 mesi ai 6 anni.

La storia di Jolanda Demattè (che meriterebbe di essere raccontata in un libro) si intreccia non solo con il suo paese di origine ma appunto anche con Pergine, in quanto è grazie alla sua attività missionaria in Brasile che nella terza città del Trentino nel 2001 è nata l’associazione “La cometa”, che ha fatto dell’aiuto ai missionari locali in terra sudamericana la sua luce.

Per gran parte della sua vita, Jolanda Demattè è stata, come si diceva un tempo, puericultrice, al servizio di nobili famiglie italiane ma anche straniere, fra cui, solo per citarne alcune, quella di Audrey Hepburn e John Fitzgerald Kennedy. Poi, una volta in pensione, fece un viaggio in Brasile, sulle orme di santa Paolina Visintainer e nei luoghi in cui don Guido Zendron, già parroco di Vigolo Vattaro e poi dal 1993 missionario in Brasile e dal 2008 vescovo proprio a Salvador de Bahia.

«È qui che il Signore mi vuole», disse quando nel 1997 arrivò nelle favelas: e così fece. Donò tutti i risparmi di una vita, e tutta se stessa, per gli altri, i bambini più poveri e sfortunati della favela di Rio Vermelho, sacca di impressionante povertà attorniata da zone residenziali e commerciali, ville e grattacieli, arrivando a seguire quasi 200 bambini.

«Alcuni - raccontava proprio Jolanda durante una sua visita in Trentino qualche anno fa- arrivano che pesano 6, 7 chili, e hanno anche 3 anni. Al limite della sopravvivenza. Ma in tutti questi anni non ne abbiamo mai perso uno. Quando sono arrivata lì, dopo un primo periodo trascorso nel sud del Brasile, dove ci sono le comunità degli emigrati trentini, sono stata colpita dall'estrema povertà. Gran parte della popolazione era analfabeta. Però era gente buona. Poi è arrivata la droga ed è cambiato tutto. Non passa una settimana senza che ci sia qualche delitto. E le famiglie si sono disgregate».

Iolanda ha lavorato anche in collaborazione con la Diocesi di Trento, con la quale per tanti anni c’è stata una convenzione con l’Arcidiocesi di Salvador di Bahia, ed il centro missionario diocesano di Trento l'ha sostenuta con il progetto delle adozioni a distanza.

Molte immagini di Jolanda emergono, in queste ore, grazie anche ad Andrea Ferruzzi, presidente de “La cometa”, che ricorda anche grazie alle lunghe conversazioni ed incontri avuti con lei in tutti questi anni, come in quella terra e soprattutto in quel quartiere considerato il più violento di Salvador de Bahia per droga e criminalità, la missionaria trentina fosse rispettata anche, e forse soprattutto, da quella parte di popolazione che “dall’esterno” è considerata da evitare perché pericolosa.

Finché la pandemia da Covid-19 non ha chiuso le scuole di ogni ordine e grado anche in Brasile, Jolanda nonostante le molte primavere sulle spalle si è sempre recata a scuola, in quell’asilo per cui ha dato tutto. E, per chi crede, la stella di Jolanda ora brilla direttamente dal paradiso.

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