Spettacoli / La protesta

Madonna con l'esplosivo, il consigliere di FdI Claudio Cia si ribella: «È blasfemia»

L’immagine scelta per una rappresentazione teatrale andata in scena a Pergine scandalizza l’esponente del partito che a livello nazionale è guidato da Giorgia Meloni: “Pessima provocazione”

TRENTO. «Blasfemia o cultura?» È questa la domanda che Claudio Cia, Presidente del Gruppo consiliare di Fratelli d'Italia, si pone riguardo alla rappresentazione "Un solo grammo di cielo", andata in scena giovedì sera al Teatro Comunale di Pergine. E punta il dito soprattutto sul suo manifesto promozionale che raffigura la Vergine Maria con addosso una cintura esplosiva. «Si tratta certamente di una provocazione di pessimo gusto finalizzata ad attirare attenzione sullo spettacolo teatrale».


L'opera teatrale, scritta e diretta da Silvia Marchetti e prodotta dalla Compagnia del Calzino, ha una trama semplice: tre persone si trovano costrette a stare nella stessa stanza per ratificare una denuncia per atti vandalici. Il confronto tra i tre diviene presto esasperato e violento, in un crescendo che li porterà a confrontarsi con le proprie scelte di vita. Dunque "una commedia profonda, spietatamente ironica, amaramente spassosa", come viene descritta nella locandina dell'evento.

Cia considera la rappresentazione teatrale "dissacrante": «In primo luogo non mi è chiaro il nesso fra questa immagine blasfema della Madonna e la trama dell'opera, che riguarda invece un confronto fra vittime di atti vandalici». Il consigliere imputa poi al dibattito pubblico un atteggiamento "doppiopesista", soprattutto quando si tratta di alcuni tematiche oggi particolarmente esposte, come i diritti delle persone LGBTQI+ e le questioni religiose.

L'accusa, in tal senso, è che spesso in situazioni di contrasto fra più valori si tenda a priori a voler umiliare i simboli su cui si basa la fede cristiana. «Purtroppo la religione cristiana è divenuta un facile bersaglio - continua Cia - mentre su altri temi vige un insensato "politically correct" per cui non vi è possibilità di esprimere dissenso».

Racconta poi di essere stato lui stesso vittima di questa "censura della contestazione". «Qualche giorno fa, ad una manifestazione LGBT a Roma, ad aprire il corteo vi era un "Cristo LGBT" di straordinaria volgarità, con tacchi a spillo e una croce adornata da simboli fallici. Per aver criticato questa sceneggiata un mio post è stato rimosso da Facebook in quanto "incitava all'odio". Mi chiedo dunque cosa sia l'incitamento all'odio: una critica legittima basata su una richiesta di rispetto per una religione millenaria oppure un'immagine della Madonna cinta d'esplosivo?».

La critica proviene da un fedele disincantato, come si definisce Cia stesso, ed è in difesa di quei credenti che vivono la propria sfera religiosa con sensibilità vera e profonda, che non accettano tacitamente rappresentazioni becere e oltraggiose che offendono la loro spiritualità. «Sembra evidente una tendenza a ritenere certi argomenti più "sacri" di altri, a discapito di quelli che sacri lo sarebbero per davvero», sottolinea il consigliere. La differenza di opinioni, mette in chiaro il consigliere, è sacrosanta, ma non può scadere in atti volgari che magari si vorrebbero ammantare di un'opinabile libertà artistica. «Perché l'arte - conclude - è ben altra cosa».

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