Il caso / La lettera

Polizia locale Alta Valsugana, “corvi” contro il vicecomandante

Nei giorni scorsi, nella cassetta delle lettere del comando della polizia locale Alta Valsugana, in viale Dante, è stato trovato un breve messaggio anonimo, scritto a computer, e indirizzato al vicecomandante Andrea Fontanari, da qualche mese provvisoriamente alla guida del corpo.

PERGINE. Tre righe su un foglio bianco. Ma pesanti come macigni. Nei giorni scorsi, nella cassetta delle lettere del comando della polizia locale Alta Valsugana, in viale Dante, è stato trovato un breve messaggio anonimo, scritto a computer, e indirizzato al vicecomandante Andrea Fontanari, da qualche mese provvisoriamente alla guida del corpo.

Vi si legge: «Fontanari, ti faremo cadere da quella poltrona. Abbiamo mandato via Rossio, non sarà difficile mandare via uno come te. Non ti lasceremo rovinare ancora questo comando». Toni pesanti, difficili da accettare, perché lasciano intuire che la mano dietro questo messaggio non appartenga a un cittadino arrabbiato le forze dell'ordine, bensì a qualcuno che lavora nel comando stesso. Lo rivela quanto meno il riferimento alla "rovina" del comando: una persona esterna infatti non potrebbe avere dei riferimenti per giudicare l'operato di un comandante, un dipendente invece sì.

La lettera, poi, con il riferimento all'ex comandante, Flavio Lucio Rossio, fa emergere un clima interno piuttosto acceso, se non addirittura l'esistenza di un gruppo di agenti che si crede tanto forte da poter allontanare un dirigente. La motivazioni dell'addio di Rossio al corpo dell'Alta Valsugana, avvenuto in occasione delle elezioni di settembre 2020, non sono in effetti mai state del tutto chiarite: è vero che il suo contratto era a termine e in scadenza, da riconfermare o meno quando la nuova amministrazione sarebbe stata in carica, ma l'annuncio che la sua esperienza in Alta Valsugana fosse giunta al termine era arrivato ancora prima della tornata elettorale, tanto che in quell'occasione si mossero anche i sindacati.

Un addio che vide diversi agenti esprimere solidarietà al comandante, impegnato nella riorganizzazione del corpo: un fatto che, probabilmente, aveva dato fastidio a qualcuno.Anche il comandante precedente, Andrea Tabarelli, quando aveva lasciato Pergine era stato accompagnato da una lettera non certo delicata. In quell'occasione, il testo arrivato anche alla stampa, usando i toni del paradosso e della presa in giro, accusava Tabarelli di scarsa attenzione per i bisogni degli agenti stessi e di cattiva capacità gestionale e umana. Quanto accaduto in questi giorni, dunque, si colloca nel solco degli episodi precedenti e fa pensare a una base (o a una parte di agenti) che si ribella ai suoi superiori.

Andrea Fontanari, raggiunto al telefono, non conferma né smentisce che il messaggio anonimo gli sia arrivato, né che - come risulta all'Adige - lui abbia scritto una e-mail agli agenti in servizio (una quarantina), esprimendo la propria delusione e amarezza per l'accaduto e lasciando ventilare l'apertura di una inchiesta. Dice, il vicecomandante: «Di queste cose posso parlare solo coi miei superiori, in particolare col segretario comunale. Devo sottolineare, però, che io dirigo questo corpo solo provvisoriamente, in attesa che sia espletato il nuovo concorso indetto dopo che se n'è andato il comandante Rossio. Era chiaro fin dall'inizio che sarei rimasto qui solo pochi mesi. La mia temporaneità era evidente e io per altro non parteciperò al concorso, in quanto non ne ho i requisiti».Il che, se possibile, rende ancora più assurdo che qualcuno se la sia presa con il sostituto.

Per il sindaco Roberto Oss Emer, «Andrea Fontanari è una brava persona e alle lettere anonime bisogna dare il giusto peso: nessuno». Mentre, sul veloce avvicendamento dei comandanti, commenta: «Se andate a vedere cosa succede altrove, vedrete che lo stesso accade quasi ovunque. È un lavoro difficilissimo, pochi restano a lungo».

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