Parrocchia in rosso: «I fedeli ci aiutino»

di Luigi Oss Papot

Deve tornare il senso di appartenenza alla propria parrocchia, alla propria comunità: questo il messaggio di fondo uscito dalla serata di presentazione dei conti della parrocchia di Pergine, organizzata dal parroco di Pergine, don Antonio Brugnara, e dal Consiglio per gli Affari Economici presso il teatro don Bosco dell’oratorio di Pergine mercoledì 10 maggio.

Come già anticipato da l’Adige, i conti della parrocchia sono in rosso per 965.709,65 euro, suddivisi in 657.887,86 verso banche e 307.821,79 verso altri enti.

«Questa situazione - ha spiegato don Antonio - è frutto dei lavori straordinari che la parrocchia si è trovata a dover affrontare urgentemente e in un lasso di tempo troppo ravvicinato».
«Ma il nostro vero patrimonio - ha ricordato don Brugnara -, che non compare mai nei rendiconti ufficiali, è il patrimonio sociale su cui possiamo contare: basti pensare alla grande mole di volontariato gratuito che permette alle nostre strutture, l’oratorio ma anche la chiesa stessa, di andare avanti, fra quanti spendono il loro tempo come sagrestani, addetti ai fiori, alle pulizie, a tutte le attività oratoriane eccetera».

Un primo passo da fare per prendere consapevolezza della situazione attuale della parrocchia è stato lo stesso don Antonio a suggerirlo: «Dobbiamo tornare a riappropriarci di quel senso di appartenenza alla comunità, dobbiamo poter tornare a dire "questa è la mia comunità": un senso di appartenenza che va di pari passo con un senso di maggior responsabilità».
Termini che, non lo si è nascosto, richiamano quanto si è messo in moto per l’acquisizione pubblica del castello di Pergine. La serata non si prefiggeva tuttavia in questo caso di avviare una nuova sottoscrizione pubblica per raccogliere al più presto dei fondi: l’obiettivo primario era quello di informare la comunità, con la massima trasparenza, della situazione attuale.

È toccato quindi a Claudio Eccher (uno dei membri del consiglio assieme a Mauro Casotto, Marco Chini, Gennaro Cucino, Carlo Fruet, Alberto Toldo e Giovanna Valcanover) entrare nel dettaglio del resoconto: «Un’ipotesi al vaglio è quella di accendere un mutuo ventennale per estinguere il debito verso le banche, un mutuo a tasso fisso che inciderebbe per circa 40.000 euro all’anno. Una cifra che andrebbe a sommarsi al disavanzo fra entrate ed uscite che è di circa 22.000 euro all’anno nel campo dell’ordinaria amministrazione. Se fossimo in una normale azienda, in casi analoghi, l’unica opzione sarebbe quella di tagliare: ma dato che, per quanto la parrocchia opera nel tessuto comunitario, possiamo ben dire che la parrocchia non è un’azienda, non possiamo tagliare a prescindere, semmai ottimizzare quanto già abbiamo».

Si è evidenziato come la parrocchia necessiterebbe di un fabbisogno economico annuale di ulteriori 100.000 euro per far fronte alle spese ordinarie; si è anche spiegato come non tutte le offerte raccolte rimangano in parrocchia: ci sono collette a destinazione specifica (missioni, seminario, papa e altre), oltre alle collette raccolte durante i funerali (quasi 22.000 euro all’anno) che sono destinate al fondo poveri e usate per interventi specifici di bisogno.

«Queste offerte - ha spiegato don Antonio - sono il segno che la comunità perginese è molto generosa, basti pensare che negli anni per i lavori della chiesa la comunità ha offerto circa 500.000 euro. Tuttavia è fondamentale la mentalità con cui si affronta questa situazione: non è vero che la Curia di Trento è piena di soldi e basta chiedere a loro per appianare i debiti. Abbiamo dovuto rinunciare ad affrontare ulteriori lavori urgenti (banchi del coro della chiesa e mobili della sagrestia, del Seicento, mangiati dalle tarme, la chiesa di Sant’Antonio corrosa dall’umidità, la ?monegaria? col tetto che crolla, la chiesa di San Rocco) per non aumentare ulteriormente il debito. Il nostro obiettivo infatti è quello di portare in pareggio la situazione dell’ordinario».

Raccolte straordinarie di offerte tramite lotterie, vasi della fortuna, o una sorta di «autotassazione» dei parrocchiani («un caffè al giorno per la parrocchia») saranno metodi presi in esame dal Consiglio prossimamente, assieme a quelli proposti dal pubblico presente, così come seguiranno aggiornamenti, a cadenza stabile, sulla situazione economica.

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