Il cane anti-veleni alla ricerca dei «bocconi»

Era di qualche settimana fa l’avviso del possibile pericolo di bocconi avvelenati sul territorio perginese, più nello specifico quello che riguarda il conoide della Marzola, da Costasavina, passando per Susà e fino a Canale.

All’inizio di aprile il sindaco Roberto Oss Emer aveva anche emesso una specifica ordinanza per avvisare della possibile presenza di esche sul territorio: un cane era purtroppo morto a causa dell’ingerimento di un probabile boccone nella zona di Susà, ed era stato sottoposto ad analisi ed esami presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie insieme ad un’altra esca rinvenuta nei pressi di Costasavina; gli esami hanno evidenziato la presenza, come scritto nella stessa ordinanza, di pesticidi clorurati (potenti insetticidi, fra i quali spicca il DDT, per la maggior parte anche pericolosi perché fortemente contaminanti anche l’ambiente).

Il questi giorni, per cercare di bonificare il più possibile la zona, è stato chiamato, direttamente dal sindaco, Blacky, cane da ricerca, assieme al suo padrone, il volontario Mirco Nicolazzo dell’Unità cinofila anti veleni «Dog Angel» di Bolzano, che non ha mancato di aggiornare sull’esito della ricerca: in una prima perlustrazione (le «battute» non possono durare più di un determinato tempo per non stressare troppo l’animale), sono state rinvenute quattro esche sospette, immediatamente consegnate al Comando della Polizia Locale per le dovute analisi.

«Il Comandante dei Vigili - ha scritto Nicolazzo sulla sua pagina Facebook - provvederà alla segnalazione tramite cartelli che avvisano la cittadinanza di possibili esche avvelenate in zona Susà. Noi oggi abbiamo perlustrato solo 5 chilometri circa, ma la zona è molto ampia e non ci sentiamo sicuramente di dirvi di stare tranquilli. Prossimamente torneremo a Susà e nelle altre zone segnalate».

Grande sostegno e ammirazione per quest’operazione nei molti commenti su Facebook, in attesa di una nuova ricerca in zona da parte di Blacky e del suo fidato padrone Mirco Nicolazzo, con la speranza anche che nel frattempo possa venir dato un nome ed un volto a chi posiziona queste esche.

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