Le due tele del Seicento tornate nella parrocchiale

Erano le "portelle" del primo organo del 1590

di Luigi Oss Papot

Sono ritornate, e mai verbo fu più azzeccato, nella chiesa parrocchiale della Natività di Maria, a Pergine, le due antiche e preziose tele che, nel Seicento, andavano a comporre le «portelle» del primo organo che venne costruito in chiesa.
Era infatti il 1587 quando il Comune di Pergine, responsabile allora dell’amministrazione della chiesa, stipulò un contratto con l’organaro Matteo Pallazo per la costruzione di un organo per la chiesa pievana di Pergine, la cui costruzione si era conclusa da neanche un secolo nelle fattezze attuali, almeno per quanta riguarda l’interno. I lavori per l’organo si protrassero per tre anni, concludendosi nel 1590 (l’organo verrà utilizzato fino al suo «pensionamento», nel 1737): la sua sistemazione era nell’apposita cantoria, sulla parete ovest, sopra l’ingresso laterale (la cantoria oggi è in pietra, un tempo invece era in legno e spostata, nel corso del Novecento, nella chiesa di Castagnè Santa Caterina).

L’organo riuscì assai gradito alla comunità perginese tanto che, sette anni più tardi, il 18 luglio 1597, venne stipulato un contratto con il pittore Lorenzo Fiorentini, nato a Borgo Valsugana da una famiglia con origini toscane, ancora minorenne, per «far depenzer le portelle dell’organo». In tre anni, il giovane pittore realizzò le due grandi tele (3,5 metri circa per 1,7) raffiguranti l’Angelo Annunciante e la Madonna Annunciata, la sua prima grande opera commissionata.

Le due tele, dopo aver ornato l’organo per più di un secolo, hanno subito una travagliata storia, avvolta in parte nell’oscurità: si sa per certo che ad un certo punto vennero collocate nella chiesetta di San Carlo e, una volta compiuti i restauri di questa antica chiesetta cimiteriale, depositate presso la canonica di Pergine, in attesa di restauro, la cui pratica era già stata avviata dall’ex parroco di Pergine, don Remo Vanzetta. Oggi, tornate allo splendore originale, sono state ricollocate nella chiesa che, per tanti anni, hanno contribuito ad abbellire.
La scena si inquadra nella casa della Vergine Maria (dipinta con le fattezze di un tempio antico): in mezzo ad un turbinio di nuvole, cherubini e luce sfolgorante, l’Angelo Gabriele, reggendo un fiore in mano, è raffigurato nel momento in cui annuncia a Maria che sarebbe diventata la madre di Gesù; in alto, immerso nelle nubi, il Padre Eterno, a braccia allargate, osserva la scena. Maria, raccolta in preghiera su un inginocchiatoio, ha alle spalle un pesante tendaggio verde bordato d’oro, che richiama al matrimonio mai consumato, ossia alla verginità, all’Immacolata Concezione.
Lorenzo Fiorentini morì a Borgo nel 1644, dopo aver lavorato in varie località trentine ed austriache ed aver curato il progetto e le decorazioni del santuario della Madonna di Onea, nei pressi di Borgo.

Oggi le due antiche portelle dell’organo Pallazo sono state collocate sulla parete est, sopra l’ingresso laterale su piazza Santa Maria. L’antica chiesa pievana di Pergine quindi può ora vantare due nuove preziose tele, che vanno ad arricchire il suo patrimonio: un gradito ritorno, atteso, si può dire, da decenni se non da secoli.

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