Crociata contro i cani che «bagnano» il centro

di Luigi Oss Papot

Dopo le cacche dei cani, ecco la pipì. Basta fare un giro fra i commercianti delle vie del centro di Pergine per accorgersi che il problema c’è, va avanti da troppo tempo, colpa dell’inciviltà delle persone, che accompagnando i loro cani a spasso non si curano di dove Fido lasci il suo ricordino «liquido»: il che vuol dire quasi sempre sui muri, sulle vetrine o davanti agli ingressi degli esercizi commerciali.

E ultimamente, molti esercenti stanno esponendo cartelli sulle loro vetrine per richiamare l’attenzione al problema: «qui non è una toilette per cani», «siete dei maleducati e incivili» per citarne alcuni.

La centralissima via Pennella ne è un esempio. Tutte le mattine, all’apertura dei negozi, i proprietari sono costretti ad imbracciare scopettoni ed armarsi di olio di gomito per cercare di «cancellare le tracce» del passaggio canino prima che arrivino i clienti.

Il proprietario di un negozio ha un vero e proprio archivio di foto di tutti questi ricordini: «Il problema è l’inciviltà delle persone - ci dice - e delle regole che ci sono, ma che non vengono rispettate. Te la fanno davanti agli occhi e se gli si fa notare qualcosa, rispondono anche male».

Spostandosi sulla via, la storia non cambia. Una commessa è all’opera con il secchio dell’acqua e prodotti appositi per pulire il muro del negozio. Le tracce di pipì sono infatti difficili da pulire e rimuovere: «Tutti i giorni è sempre la stessa storia, cominciamo ad essere stufi».

L’edicola della via ha un espositore a colonna per i giornali internazionali, utile soprattutto in questo periodo di turismo, ed anche qui compare un laconico cartello «questa non è la toilette per cani»: ma non sembra servire a molto in quanto ci sono comunque tracce di pipì.

Cambiando via e andando sul «Marcadel», in una vetrina è apparso il cartello «Prego gentilmente i proprietari di cani di non far fare loro la pipì sui miei fiori! Siete comunque dei grandissimi maleducati e incivili!». «Qui non si tratta di non voler bene agli animali -ci dice la proprietaria- perché io ho due gatti e mia sorella ha due cani, si parla di civiltà che manca sempre di più. Oltre a fare la pipì sui fiori, che da 33 anni metto all’esterno del negozio, più di una volta ho trovato pipì anche sugli scatoloni di articoli che il corriere mi lascia fuori dal negozio, col pericolo anche di rovinarli».

La soluzione al problema sembra difficile, ma certo è che anche il sindaco Roberto Oss Emer più volte si è lanciato nella crociata per una maggiore civiltà da parte dei proprietari dei cani. La battaglia è destinata a continuare.

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