Il Frate Rock suonerà tra i mocheni

di Luigi Oss Papot

Chitarra a tracolla, occhiali da sole, voce calda e un po’ malinconica, barba tendente al rossiccio: potrebbe sembrare la descrizione di Francesco De Gregori, cantautore romano famoso in tutto il mondo, ma in realtà è di un altro Francesco che stiamo parlando. È Francesco Cicorella, pugliese e cantautore pure lui. Che con De Gregori ha molto in comune, tranne un dettaglio: è un frate francescano. Ed è noto anche col suo soprannome di «Frate Rock».

Fra Francesco Cicorella è nato a Conversano 36 anni fa. Ordinato sacerdote nell’aprile 2007, una laurea in Scienze del Servizio Sociale nel 2014 presso l’Università degli Studi del Molise. Dopo aver conseguito il Baccellierato in Sacra Teologia, nel 2005, presso la Facoltà Teologica Pugliese, a Bari, ha poi operato in varie località e parrocchie del foggiano. Ma nel suo «curriculum» c’è una curiosità: la passione per la musica. Fra Francesco è chitarrista e vocalist di un gruppo rock che spopola fra i giovani, ed ha pubblicato finora quattro album (Al posto sbagliato, Sulle corde del divenire, Sono alla porta, Buoni motivi), andando anche in televisione a raccontare la sua storia (nel 2013 a Unomattina, Rai1). La musica cantautorale è la sua preferita: De Gregori innanzitutto, ma anche De André, Gaber, Vecchioni, Fossati, Guccini oltre a molti altri nomi «minori».
Ha cominciato fin da piccolo ad amare questo genere, diventandone poi un interprete, adattandolo alle sue esigenze, per esprimere concetti legati anche all’attualità, oltre che alla fede.

È arrivato in Trentino per conoscere altre realtà, ed ha subito cominciato, nel settembre dell’anno scorso, ad insegnare religione presso l’istituto «Oxford» di Civezzano, diventando un beniamino per i suoi alunni che hanno subito imparato a volergli bene. Si è poi inserito nel «coretto della sera» che anima la messa serale della domenica a Pergine e tanto caro a don Lauro Tisi quando collaborava con la parrocchia di Pergine: non di solo spirito vive l’uomo, ma anche di accordi e di spartiti da suonare. E sono tuttora numerosi i concerti che tiene, in Italia ma anche all’estero.

Ed oggi, ad un anno dal suo arrivo «su al nord», è diventato ufficialmente un collaboratore del decanato di Pergine, in particolare della Valle dei Mocheni, che imparerà a conoscere, girando in lungo e in largo, per celebrare la messa.
Della sua arte dice: «A livello musicale e artistico, credo che il migliorarsi sia un “dovere” verso se stessi innanzitutto e verso chi ti ascolta, senza ricercare la perfezione, ma avere la consapevolezza (per me ad esempio) che non sono intonatissimo, è un atto di onestà. Quindi sento la necessità di trovare uno spazio quasi tutti i giorni per mettermi con la chitarra a cantare, perché la pratica è fondamentale».

Nei suoi trascorsi pugliesi, non era insolito, durante le celebrazioni, vederlo imbracciare la chitarra e coinvolgere i presenti. Chissà se i «mocheni», dopo don Daniele Laghi, ora sapranno abituarsi a Fra Francesco. Perché la religione e la fede, come insegna papa Francesco, sono «rock».

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