Sopralluogo del sindaco Oss Emer «Villa Rosa, interverremo sugli accessi»

di Luisa Pizzini

Marciapiedi che mancano, raccordi con pendenza eccessiva, rampe difficilmente superabili: non c’è niente che sia stato realizzato a norma di legge, dei «nuovi» percorsi pedonali di accesso all’Ospedale riabilitativo Villa Rosa, in funzione da due anni. Un paradosso, se si pensa che la prima «mission» dell’ospedale è proprio quella della riabilitazione motoria di chi ha subito lesioni tali da impedirgli di camminare o quasi; e che dunque è facile, molto facile, che possa esserci un discreto viavai di persone in carrozzina.

A rilevare la difficoltà se non impossibilità per i disabili di arrivare senz’auto all’ospedale è Andrea Facchinelli, vicepresidente di AsTrID Onlus (Associazione trentina invalidi e disabili) nonché promotore e referente del progetto «Paesi senza barriere», nato per affiancare strutture ed enti pubblici affinché la viabilità (marciapiedi, parcheggi, passaggi pedonali, accesso agli edifici) sia adeguata alle possibilità di chi ha problemi motori.

Facchinelli, paraplegico dal 2008 in conseguenza di un incidente, ha effettuato un sopralluogo in prossimità dell’accesso al Villa Rosa il 17 agosto scorso, su via Spolverine e via San Pietro. Quella che ha trovato è «una situazione assai critica: la maggior parte dei raccordi strada-marciapiede, dove ci sono gli attraversamenti pedonali o accessi, non sono stati realizzati secondo le normative. In particolare,  alcuni punti presentano situazioni critiche e pericolose per le persone che percorrono questi tratti qualora siano in carrozzina, con problemi a deambulare o con passeggini. Alcuni passaggi strada-marciapiede si sono rivelati così difficoltosi che il sottoscritto, pur avendo una buona autonomia, non è stato in grado di superarli».

Le normative di riferimento sono quelle sulle barriere architettoniche, il Dpr 24 luglio 1996 numero 503 e il decreto ministeriale 236 del 1989: «La pendenza di una rampa - spiega Facchinelli nel suo reportage - va definita in rapporto alla capacità di una persona su sedia a rotelle di superarla e di percorrerla senza affaticamento anche in relazione alla lunghezza della stessa». Per questo le leggi prescrivono pendenze precise: il 5% massimo per una rampa, ripiani di sosta ogni 15 metri di lunghezza del percorso (o 10 se la pendenza è dell’8%), pendenza massima ammissibile di un raccordo strada-marciapiede del 15% per un dislivello massimo di 15 centimetri e lunghezza massima di 1 metro,  pendenza trasversale massima ammissibile del 1%, marciapiedi larghi almeno 90 centimetri. Ma a Pergine non è così e Facchinelli l'ha documentato con foto e una descrizione minuziosa dei percorsi fatti nella settimana di Ferragosto. Una denuncia accompagnata dalla richiesta di  «un immediato ripristino delle opere secondo le normative vigenti in materia di barriere architettoniche e che l’intervento sia pagato dai diretti responsabili e non, come sempre, dalla comunità».

Dopo la denuncia pubblicata dall'Adige, si è mosso il sindaco Roberto Oss Emer, che già venerdì pomeriggio è corso a fare un primo sommario sopralluogo e oggi è tornato sul posto coi tecnici per programmare interventi di competenza comunale chiedendo l'autorizzazione alla Provincia per poterli fare, dato che il progetto era di competenza provinciale e che via Spolverine è classificata come strada provinciale SP8.

«La situazione non è così drammatica - spiega il sindaco - perché in qualche maniera all’ospedale ci si arriva ma indubbiamente bisogna stare attenti a queste cose, perché le persone in carrozzina hanno già le loro difficoltà non è giusto aggiungerne altre. Non saranno qualche migliaio di euro a condizionare l’amministrazione comunale, soprattutto in casi del genere, e sarebbe veramente grave non rispondere all'appello».
Insomma, il primo cittadino garantisce che a breve i marciapiedi saranno accessibili a norma di legge. L’inghippo sta nel fatto che il progetto è di competenza provinciale.

Ma che un ospedale dedicato alla riabilitazione motoria come Villa Rosa, inaugurato nel luglio 2013 dopo oltre quindici anni di lavori, sia di difficile accesso per raccordi e pendenze pedonali quasi insuperabili da chi non ha gambe proprie, è un vero controsenso.
Del resto, anche il progetto era stato piuttosto «tormentato», in particolare il quarto lotto soggetto a sette perizie di variante e costato complessivamente 5.105.898,98 euro, esclusi gli oneri di progettazione. Del lotto, intendiamoci, non facevano parte solo quei marciapiedi troppo stretti e quei raccordi pedonali che rischiano di far ribaltare i paraplegici, ma anche parcheggi, rotatoria e tutte le sistemazioni esterne al Villa Rosa.

La storia è lunga. Nel novembre 2003 il Progetto speciale per le Grandi strutture ospedaliere della Provincia diede incarico all’architetto Nello Torbol della Saitre srl di Arco, che aveva disegnato già l’ospedale per motulesi e neurolesi, di progettare anche gli ultimi due lotti, ossia il terzo e il quarto. Come detto, il quarto concerneva le sistemazioni esterne e gli accessi all’intera area, ossia la rotatoria, i nuovi incroci con via Spolverine, gli adeguamenti della viabilità circostante: dunque anche i percorsi pedonali. Il progetto fu approvato il 28 settembre 2006, dopo che nel dicembre 2005 l’aveva esaminato il Comitato tecnico amministrativo dei lavori pubblici.
Dal 2009 iniziarono le correzioni e le varianti proseguite fino al dicembre 2012, con l’approvazione appunto della settima modifica progettuale, redatta dal direttore dei lavori, ingegnere Luca Oss Emer. Una variante che prevedeva tra l’altro la rimodellazione e il parziale spostamento del tracciato stradale e degli accessi all’ospedale su via S. Pietro, l’isola ecologica, il Distretto sanitario, la nuova rotatoria su via Spolverine. I lavori erano già in corso, ed essendo stati appaltati nel 2012 all’Ati fra l’impresa di costruzioni Pretti & Scalfi spa (capogruppo) e Giacca srl costruzioni elettriche (mandante), furono affidati direttamente alla stessa Ati.

«È evidente che un ospedale così deve essere assolutamente accessibile - conclude il sindaco Oss Emer - come tutta la città, del resto. Ma Pergine non ha grossi problemi: edifici pubblici e marciapiedi mi sembra che rispondano alle esigenze di una persona che si muove in carrozzina».

 

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