«La marijuana? Mi serve per dormire meglio». Ha ammesso che tutta quella roba che aveva in casa e che i finanzieri gli hanno sequestrato era sua, negando che la coltivazione e la produzione di «erba» fosse destinata alla cessione. Si trattava, dunque, di autoproduzione per se stesso e non per amici, né per potenziali «clienti». Di fatto, però, c’era davvero parecchio nell’abitazione dell’uomo, un 52enne di Pergine, che sabato mattina è stato arrestato dal nucleo mobile della guardia di finanza di Trento.

Nelle stanze, negli armadi e nei barattoli, gli uomini delle Fiamme gialle hanno trovato e posto sotto sequestro 5 piante di marijuana coltivate in vasi di plastica (alte circa un metro e del peso di circa 500 grammi), una pianta di marijuana in essicazione, diverse foglie essicate miste ad un’altra sostanza vegetale del peso complessivo di 290 grammi, altri 20 grammi di «erba» contenuti in un barattolo trovato nella credenza del soggiorno. Nell’appartamento sono stati inoltre sequestrati un’ottantina di semi e tre flaconi di fertilizzanti.

Dato il quantitativo di «erba» ritrovato, superiore a quanto viene considerato per uso personale, è scattato l’arresto in flagranza di reato. Poche ore dopo, l’uomo era in tribunale, accompagnato dagli uomini della guardia di finanza, per il processo per direttissima. Che tutto quello stupefacente fosse di proprietà dell’arrestato e non di altri non è stato neppure messo in discussione. Lo stesso imputato quando è stato chiamato a chiarire se la marijuana che aveva in casa fosse destinata alla cessione a terzi, ha sostenuto di coltivare lo stupefacente solo per se stesso.

«Fumo la marijuana prima di andare a letto, la sera. Mi fa dormire meglio - ha detto - tutto ciò che avevo in casa è per me». La direttissima si è conclusa con un patteggiamento: sei mesi e 10 giorni di reclusione, e duemila euro di multa, con la riduzione per il rito, pena sospesa e confisca e distruzione della marijuana e delle foglie sequestrate.