Centro medico di S. Cristoforo, condanna confermata per Moar

Condanna a quattro mesi confermata in appello, ma con la sospensione condizionale della pena, per il dirigente del Comune di Pergine Loris Moar, accusato di abuso d’ufficio.
Una contestazione legata al Centro medico di San Cristoforo, la cui licenza - secondo l’accusa - sarebbe stata illegittima, in quanto in contrasto con le previsioni del Prg di Pergine, che per quella zona indicava la possibilità di insediare solo istituzioni sanitarie di base e non un centro medico odontoiatrico privato.
Ma la difesa, sostenuta dagli avvocati Luca Pontalti e Andrea Lorenzi, è pronta a fare ricorso in Cassazione, convinta che invece il funzionario abbia operato in modo corretto, rispettando le previsioni del Prg.

I giudici della Corte d’appello di Trento ieri hanno confermato anche il proscioglimento per una violazione delle norme urbanistiche di cui Moar era chiamato a rispondere insieme al costruttore Flavio Pallaoro, assistito dall’avvocato Luigi Santarelli, che realizzò la struttura: il reato era stato infatti dichiarato estinto a fronte del pagamento di una multa di 6.886 euro. La difesa era riuscita a ottenere una derubricazione delle accuse in materia urbanistica in una fattispecie meno grave, per la quale era stata ammessa l’oblazione.

Per quanto riguarda il centro medico l’immobile, considerato profitto del reato, rimane confiscato, come aveva già disposto il giudice Carlo Ancona in primo grado. Questo significa che, quando la sentenza diventerà definitiva, l’immobile andrà all’ente pubblico e potrà finire all’asta.

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