Pergine "civica", Oss Emer vince col 54%

di Giorgia Cardini


A Pergine non c’è stata gara. Dopo una campagna elettorale lunga e combattuta Roberto Oss Emer, sindaco uscente, è stato rieletto al primo colpo col 54% e un margine di vantaggio in cui pochi speravano, nelle stesse liste civiche che si sono battute per la sua riconferma.
Il distacco di 1.576 voti, pari al 15,5%, tra lui e lo sfidante Stefano Tomaselli, l’avvocato sostenuto da sei liste del centrosinistra autonomista, ben sotto le aspettative, la dice lunga su quanto, in due anni, Oss Emer sia riuscito a capitalizzare. E infatti, su 5.780 voti complessivi ottenuti, è tutto suo un significativo bottino di 487 voti, che non divide con le sue liste. Mentre Stefano Tomaselli si è fermato a 4.234 voti (il 39,5%), di cui 168 esclusivamente personali e Donata Soppelsa ha raccolto 695 voti, pari a un 6,5%, giudicato buono da tutti.
Dopo una notte quasi in bianco e un «sonnellino» di due ore, ieri mattina Oss Emer era nel suo ufficio in municipio poco dopo le otto: «Sabato avevo appeso alla porta il cartello “torno subito”», dice ridendo.
 
Ottimista, ma se l’aspettava un successo di queste proporzioni?
«Molto onestamente sì, avevo fatto un calcolo matematico su questo, considerando che un sindaco uscente, se ha lavorato bene, piglia sempre un 5% di suo, che la nuova lista dei giovani ci avrebbe portato almeno il 4-5%, che Prospettiva Futura veniva da un risultato del 10% e che almeno di 2 punti ciascuna sarebbero cresciute le altre tre civiche rispetto al 2013».
Eravate sicuri, insomma...
«No, non eravamo sicuri, ma se non fosse andata così, avrebbe voluto dire che avevano sbagliato tutto. Andando per le strade, in queste settimane, ci pareva persino troppo facile, a giudicare dai riscontri che avevamo. Così facile che temevamo un flop finale, ma se ci fosse stato i perginesi non avrebbero avuto bisogno della scuola di recitazione proposta da Donata Soppelsa, perché si sarebbero dimostrati degli attori consumati».
Ma si aspettava che il centrosinistra autonomista e Stefano Tomaselli non arrivassero neppure al 40%?
«Avevo sentore che la Lega potesse fare il 6% e se i miei conti erano giusti, anche il risultato del centrosinistra era scontato».
È stata sbagliata la campagna elettorale?
È stata una brutta campagna elettorale, ma ora auspico che in consiglio di possa lavorare più serenamente rispetto agli ultimi due anni. Mi auguro di non sentir più parlare di presunte incompatibilità né di sentire altre polemiche strumentali.
Adesso si apre il discorso della nuova giunta. Con cinque liste invece di tre sarà difficile dare un riconoscimento a tutti?
Mi comporterò esattamente come due anni fa, non ho debiti con nessuno. Ci saranno persone riconfermate, ma non ho ancora guardato bene la composizione del nuovo consiglio.
Da dove riparte, oggi, il sindaco Oss Emer?
Da un bilancio e un piano economico già predisposti e dai progetti da mettere in campo per i prossimi cinque anni. Cercheremo altre risorse per attuare in fretta due opere (il marciapiede a Madrano e il sottopasso del Rastel) che erano già previste e sono state depennate dalla Provincia, riprenderemo in mano il Protocollo d’intesa per le aree dismesse. Sono convinto che la giunta provinciale opererà con la massima correttezza anche se a governare in Comune non è il centrosinistra».
 
CENTROSINISTRA E TOMASELLI SCONFITTI.
Che sia stata una notte di sofferenza, Stefano Tomaselli non lo nasconde di certo. Glielo si legge sul viso, provato anche dalla lunghissima campagna elettorale in cui l’avvocato autonomista - sostenuto da un centrosinistra pentapartitico che era riuscito pure a costituire una sesta lista civica - si è impegnato al massimo per colmare un gap che era di 15 punti percentuali già nel 2013, quando le divisioni interne del centrosinistra (Pd-Verdi da una parte, Patt-Upt-Socialisti dall’altra) e i guai provocati dall’ex sindaco Silvano Corradi avevano fatto prevalere il titolare della Inco sull’ex vicesindaco Marco Osler.
Invece Tomaselli si è fermato al 39,5% e a 4.234 voti (168 in più delle liste che lo appoggiavano), insufficienti per aspirare a un ballottaggio.
Ieri mattina, un veloce passaggio nello studio legale di cui è socio, poi in sede elettorale per l’intervista (accompagnato dalla moglie Mary) prima di andare in piazza a congratularsi con Roberto Oss Emer e a scambiare quattro chiacchiere con vincitori e vinti, tra cui Donata Soppelsa.
 
[[{"type":"media","view_mode":"media_preview","fid":"302526","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"151","style":"float: right;","width":"151"}}]]«Deluso lo sono, sì - ammette Tomaselli -: non pensavamo a un distacco così. Anche se sono partito sapendo che era dura e che dovevamo recuperare terreno, ritenevo la battaglia più incerta. Non avevamo sondaggi in mano, ma più lavoravamo e più ci pareva che ci fossero buoni riscontri, tra le tante persone che incontravamo. Evidentemente c’è stato un po’ di distacco dagli umori della cittadinanza».
Quando ha capito, domenica sera, che la battaglia sarebbe stata perduta?
«Quasi subito, appena sono arrivati i risultati di sezioni che dovevano essere nostre come Susà, Canale e Canezza».
Non pensa che il vostro risultato sia anche colpa di una campagna elettorale sbagliata o di liste deboli?
«No, sono sicuro che abbiamo costruito una buona squadra ma forse venendo da una legislatura di soli due anni gli elettori hanno voluto rinnovare la fiducia a Oss Emer».
Eppure, qualche errore deve esserci stato...
«Sì, però non saprei dire ora dove abbiamo sbagliato. In settimana analizzeremo il risultato per capire meglio cosa è accaduto».
Non avete sbagliato a insistere troppo, ad esempio, sull’argomento incompatibilità in relazione alle varianti al Prg?
«Non credo, abbiamo cercato di puntare sui contenuti ma forse abbiamo impostato la campagna in modo troppo classico, puntando solo sugli incontri...».
A questo proposito, si percepiva un certo fastidio a Pergine per il continuo arrivo di politici provinciali, quasi che volessero mettere il cappello sulla sua possibile elezione.
Lo so, ma davvero sono venuti per darci una mano e non per rivendicare padrinati politici.
Si aspettava di più, però, dai partiti che l’hanno sostenuta?
Dall’Upt sicuramente, avevano messo in campo un bel rinnovamento e inserito tanti giovani in lista.
Forse escludere Marco Morelli e Marco Osler è stato un errore?
Ha pesato sicuramente, ma era giusto provare a rinnovare e a costruire qualcosa di nuovo.
Sorpreso dal buon risultato della Lega?
Sì, anche per la scarsa partecipazione al comizio di Matteo Salvini mi ero convinto che non sarebbe andata oltre il 4%. Credo che il 6,5% sia merito di Donata Soppelsa, che ho conosciuto in questa campagna e che è una persona davvero in gamba.
Con quale spirito sarà leader dell’opposizione in consiglio?
Cercherò di portare la mia pacatezza, di fare proposte costruttive ma senza rinunciare al ruolo di controllore che è proprio delle minoranze.
Adesso, cinque anni da consigliere per costruire una nuova candidatura?
No, no, penso che una campagna elettorale sia sufficiente anche se è stata sicuramente bella e arricchente. Al di là del risultato, tra noi non ci sono mai stati problemi.
 
LEGA NORD AL 6,5%: SOPPELSA SODDISFATTA
Seicentonovantacinque voti, pari al 6,5%, potevano bastare alla candidata sindaca della Lega Nord Donata Soppelsa per porsi come ago della bilancia tra Roberto Oss Emer e Stefano Tomaselli: ma la forza del primo e la debolezza del secondo hanno evitato il ballottaggio.
 
[[{"type":"media","view_mode":"media_preview","fid":"302531","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"151","style":"float: right;","width":"151"}}]]«Questo risultato però mi permette di entrare in consiglio», commenta soddisfatta Soppelsa. Nel 2013 infatti la Lega aveva raggiunto solo il 4,7%, non riuscendo neppure a far eleggere l’allora candidata Tiziana Frisanco.
La conferma di Oss Emer (con lei nella foto sopra) non ha sorpreso la dottoressa leghista: «Se la piazza è una cartina di tornasole, già venerdì alla chiusura della campagna elettorale si capiva che avrebbe vinto. Mi dispiace per Tomaselli, ma alla sua festa mancava troppa gente, mentre quella di Oss Emer era una bella piazza, vivace e partecipata. È il trend di queste elezioni: evidentemente i cittadini si sentono ben rappresentati dalle civiche e non dai partiti. Oss Emer può continuare il lavoro iniziato e va bene così: dove potrò collaborerò senz’altro, cercando di portare in consiglio anche le cose che mi premono di più».
 
Cosa non ha pagato per il centrosinistra? «Il connubio Pd-Patt: politicamente sarà anche necessario, tanto più con l’Italicum, ma la gente fa fatica ad accettarlo. Quanto alla campagna elettorale, ognuno ha messo in campo ciò che poteva, ma le civiche hanno fatto davvero squadra. Sono un esempio di come si deve lavorare, mentre nel caso di Tomaselli mi pare che ci sia stato un apparente sostegno politico unitario, mentre ogni partito ha lavorato per sé».
E la Lega, cosa ha sbagliato? «La squadra era debole, e su questo bisognerà lavorare in futuro. Bisogna che i giovani emergano, partecipino, lavorino. Proporrò come prima cosa lo streaming delle sedute consiliari, perché penso che sia importante la partecipazione. Poi dovremo mettere in campo azioni forti per farli restare a Pergine ad occuparsi del loro futuro e di quello della città».
 
PERGINE SI SCOPRE "CIVICA"
Pergine si scopre «civica» al 52,7%, mentre soffrono i partiti tradizionali. Questo il quadro che esce dalla tornata elettorale delle comunali 2015 a Pergine. Grande il balzo in avanti della «Civic@ per Pergine» guidata da Daniela Casagrande che passa dal 13,8% del 2013 al 19% dei voti (613 in più), mentre crescono anche se in modo più contenuto «Patto Per Pergine» dal 8,1% del 2013 all’attuale 10,1% dei consensi, e «Pergine Città» raddoppia i suoi voti, passando dal 4,7% del 2013 al 9,4% (947 voti).
«Nessuna particolare ricetta nel nostro successo, ma solo un pizzico di umiltà e disponibilità per essere vicini alla gente - spiega Daniela Casagrande storica esponete della Civic@ per Pergine - la vicinanza alle frazioni (dove risiede la metà della popolazione perginese) è stata la nostra carta vincente. Ora spetta al sindaco scegliere la squadra migliore, dando spazio anche alle altre liste della coalizione e ai giovani. Questo voto assume però una precisa valenza politica: la gente è stanca della vecchia politica e di partiti ormai logori, incapaci di dialogare con la comunità».
Soddisfazione anche nelle altre liste civiche: «Abbiamo aumentato i voti (da 757 a 1.017), ma perdiamo un consigliere - spiega per “Patto per Pergine” l’assessore uscente Sergio Paoli - siamo pronti a fare la nostra parte nella guida di questa città, portando avanti i progetti abbozzati in questo biennio. L’ottimo successo avuto nelle frazioni dimostra il buon lavoro svolto, e l’incapacità di altri partiti di essere davvero rappresentativi dei singoli paesi». Chi punta a un ruolo di governo è la lista «Prospettiva Futura» che riduce però il consenso ottenuto due anni fa da «Alternativa Pergine Futura» scendendo dal 10,7% al 8,5%: «Abbiamo perso qualche voto del centrodestra, forse migrato sulla Lega Nord - spiega il referente della lista Diego Pintarelli - ma il nostro obiettivo era contribuire alla vittoria di Oss Emer. È stata interpretata la volontà dei cittadini di superare i vecchi schemi della politica, cercando nuove forme d’amministrare e guidare la città. Il sindaco Oss Emer saprà rispettare il patto iniziale e siamo pronti a dare un contributo concreto in giunta, pur lasciandogli ampia libertà di scelta su nomi e competenze». E se buono è apparso il risultato di #PerGiovane, che per poco non ha fatto il secondo eletto, grande è invece la delusione tra le forze del centrosinistra autonomista chiamate a ricostruire futuro e credibilità.
«Il Patt si è rinnovato e ha incrementato i suoi voti, salendo sopra l’11% (più 119 voti sul 2013) - spiega il segretario Nicola Vaiz -. La coalizione però non ha avuto l’esito sperato: non era facile sconfiggere Oss Emer che cavalca un modo nuovo di fare politica, ma negli altri partner non c’è stata la stessa capacità di rinnovarsi». «Non abbiamo perso di fronte a Oss Emer e alle sue civiche, ma davanti agli stessi cittadini - commenta un amareggiato Alberto Filippi coordinatore dell’Upt sceso dal 15,6% al 9,7% con 486 voti in meno - abbiamo perso nelle frazioni dove eravamo storicamente forti. Si deve ripartire da un “anno zero”, rinnovando tante cose». E non mancano i complimenti a Oss Emer: «Ha condotto una campagna elettorale strategicamente eccellente - ammette la segretaria del Pd Marina Taffara -: noi manteniamo due consiglieri pur scendendo dal 14,1% al 12,2%. ll Pd valuterà l’esito del voto in un’assemblea allargata ai simpatizzanti, ma non servono stravolgimenti». Infine, miseri i risultati di Socialisti e Civica al 2,5% e dei Verdi al 3,4%, come di Pergine Sostenibile all’1,6%.
 
IL NUOVO CONSIGLIO
Maggioranza:
Roberto Oss Emer, sindaco, 5.780 voti
Daniela Casagrande, Civic@ per Pergine, 767 voti
Franco Demozzi, Civic@per Pergine, 413 voti
Stefano Sartori, Civic@ per Pergine, 175 voti
Paolo Pizzo, Civic@ per Pergine, 160 voti
Alberto Frisanco, Civic@ per Pergine, 151 voti
Roberto Valcanover, Civic@ per Pergine, 138 voti
Sergio Paoli, Patto per Pergine, 180 voti
Renato Nisco, Patto per Pergine, 174 voti
Maria Tedesco, Patto per Pergine, 123 voti
Massimo Negriolli, Pergine Città, 277 voti
Francesco Franceschi, Pergine Città, 148 voti
Carlo Pintarelli, Prospettiva Futura, 272 voti
Morgan Betti, Prospettiva Futura, 165 voti
Daniele di Gregorio (Tigre),  #PerGiovane, 128 voti
 
Minoranza:
Stefano Tomaselli, candidato sindaco centrosinistra, 4.234 voti
Renato Tessadri, Patt, 186 voti
Claudio Angeli, Patt, 154 voti
Marina Taffara, Pd, 344 voti
Marco Casagrande, Pd, 329 voti
Stefano Zampedri, Upt, 155 voti
Donata Soppelsa, candidata sindaca Lega nord, 695 voti
 
NUOVA GIUNTA, MOLTI NODI DA SCIOGLIERE
Sarà probabilmente una giunta di sei assessori quella che nominerà la prossima settimana Roberto Oss Emer: ma se sono pressoché certe le riconferme degli uscenti super premiati nelle urne (Daniela Casagrande, Franco Demozzi, Massimo Negriolli e Sergio Paoli), per gli altri due nomi c'è incertezza. Da una parte Oss Emer deve dare un riconoscimento alle altre due liste che hanno appoggiato la candidatura e che gli hanno permesso non solo di vincere, ma di vincere al primo turno con facilità, ossia Prospettiva Futura e #PerGiovane. Dall'altra in giunta deve inserire un'altra donna, per legge, ma in consiglio comunale oltre a Casagrande è entrata solo Maria Tedesco, di Patto per Pergine. Confermare i quattro assessori uscenti e inserire lei significherebbe escludere Prospettiva futura o #PerGiovane (e qui i nomi dei papabili sono Carlo Pintarelli e Daniele Di Gregorio). Scelta apparentemente complicata, insomma, ma il sindaco - che ha chiesto a tutti i consiglieri di inviargli un curriculum in cui mettere in luce competenze e disponibilità di tempo - potrebbe pescare anche al di fuori del consiglio comunale, magari proprio tra i giovani: il nome che circola, senza conferme, è quello di Elisa Bortolamedi.
 

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