Lana protagonista

Da "rifiuto speciale", difficile ed oneroso da smaltire, a risorsa naturale in grado di rilanciare lo sviluppo e l'occupazione in Valsugana e nei territori di montagna. Questi gli spunti usciti dal convegno che ha caratterizzato sabato pomeriggio la nuova manifestazione "100% Lana - rifiuto speciale", vera festa della tosatura promosse dalle associazioni "La Casa di Feltro" e "Malghesi e Pastori del Lagorai", con il patrocinio del comune e Pro Loco di Pergine. Se sabato 19 e domenica 19  il "Parco dei Canopi" è diventato un vero laboratorio a cielo aperto dove assistere alle varie fasi della filiera della lana (tosatura, lavaggio, cardatura, filatura), tra musica, degustazioni e giochi didattici, lo spazio espositivo del teatro comunale di Pergine ha ospitato la mostra fotografica "Pastori nelle steppe - testimonianze dalla Mongolia', con l'esposizione di capi del progetto provinciale Alpinet Gheep e le creazioni a cura di "La Casa di Feltro".

Sono stati in particolare gli esperti del dell'Istituto di Biometereologia del Cnr Antonio Raschi e Marco Benvenuti a spiegare come la lana può oggi trovare utilizzo oltre che nel settore del tessile (per l'abbigliamento e l'arredamento), anche in campo agricolo (teli pacciamanti per il florovivaismo), o nel comparto edile (pareti e pannelli isolanti). Potrebbero così nascere nuovi utilizzi tali da generare indotto e occupazione e, nello stesso tempo, preservare il bagaglio di competenze e know-how del settore tessile (a Pergine in via delle Pive è presente l'ottocentesco Lanificio Dalsasso, nato per la realizzazione di antichi sai e abiti religiosi).

Considerazioni ribadite anche da Stefano Mayr, presidente dell'associazione Malghesi e Pastori del Lagorai, e dagli allevatori ovo-caprini Sandro Malesardi e Marco Casagranda, che hanno ricordato come in Trentino esistano ancora molti esemplari della razza autoctona Tingola (la cosiddetta "pecora dagli occhiali") che può garantire una lana morbida con caratteristiche simili alla merinos. Dopo la tosatura, nasce l'impegno di appassionati ed associazioni locali (come "La casa di feltro") affinché la lana venga lavata, filata o cardata, realizzando morbidi pannelli e quindi oggetti e manufatti in feltro. Da qui la necessità di lavorare in sinergia per strappare dalle discariche e restituire al territorio una delle sue materie prime e ricchezze naturali più antiche: la lana.

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