Sebastiano ha conquistato l'Asia

di Davide Pedrolli

Sebastiano Serafini è un ragazzo di Tenna diventato cittadino del mondo, che ha costruito con determinazione e curiosità un suo percorso artistico di crescita personale in un mondo distante, ma senza mai perdere il contatto con le sue radici. Lo raggiungiamo alle Hawaii, in uno dei suoi tanti viaggi che rappresentano oramai il leit motiv della sua vita da giramondo. Ma è in Giappone che è diventato una vera «star», anche se la sua popolarità segna numeri impressionanti sulla rete mondiale, grazie a Facebook.


Ripercorriamo un po' le tappe della tua vita, partendo da ciò che ti ha da sempre contraddistinto, una spiccata vena artistica.
«Sì, disegnare è sempre stata una delle mie passioni, ancora disegno cover per cellulari ed ho una mia marca di gioielli, anche se alla fine ho finito più per fare musica».
Tutto è partito dall'esperienza dell'anno all'estero alle superiori. Dove sei stato di preciso? Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
«Sì, ho fatto un anno in Cina quando ero alle superiori. In una città tra Nanchino e Shanghai. È stato un'esperienza bellissima e per la prima volta mi sono messo a imparare una lingua completamente nuova quale il cinese. Ho ancora tantissimi ricordi e amici fatti in quella esperienza».
Poi il ritorno obbligato a Trento per conseguire la maturità, e poi di nuovo lì...
«Andare in Cina mi ha aperto ad un mondo completamente nuovo quale l'Asia, che mi ha fatto venir voglia di conoscere molto di più. Già dai primi mesi che ero tornato mi ero attivato a cercare un modo per andare in Giappone. Tuttavia questo non vuol dire che non fossi contento di essere a Trento, anzi! Rivedere i parenti e amici per la prima volta dopo tanto tempo è stato davvero molto bello».
Dove sei stato poi precisamente e cosa hai fatto?
«Dal 2007 mi sono trasferito in Giappone, però grazie al mio lavoro posso viaggiare quasi tutti i mesi in paesi diversi tra cui quelli in cui vado più spesso Stati Uniti, Thailandia, Taiwan, Korea, Hong Kong, Germania e Francia, ma anche Dubai, Canada e molti altri».
Ti occupi di molte cose, ma in maniera specifica in cosa consiste il tuo lavoro? Quante lingue parli?
«Penso sia un po' difficile categorizzarmi, perché mi piace fare di tutto. Ho partecipato ad alcuni telefilm in Giappone, il prossimo lo giro ad aprile e sarà ambientato nell'epoca edo; canto e scrivo canzoni (la prossima Inori uscirà questo mese), ho una band rock in Giappone chiama Ecthelion, faccio da ospite ad molti eventi come aperture di hotel/negozi, sfilate e l'anno scorso ero stato invitato anche ai party per gli Oscar. Parlo inglese, giapponese, cinese, un po' di tedesco e perfettamente dialetto trentino».
Senti nostalgia del Trentino?
«Il Trentino mi manca ovviamente, e stresso sempre gli amici giapponesi a cui ne parlo sempre talmente bene, che quando torno a casa molto spesso mi accompagnano i miei amici nipponici desiderosi di visitare il Trentino e la mia Tenna. Ultimamente sto registrando il mio album ed ho un progetto che sta andando piuttosto bene a Colonia, per cui riesco a tornare molto più spesso in Europa. Mi mancano i miei genitori, mio fratello, parenti ed amici. Tuttavia grazie agli ultimi smartphone è molto più facile e meno costoso tenersi in contatto rispetto a quando ero partito la prima volta. Un'altra cosa bella però è che ho anche fatto nuove amicizie pure in Trentino grazie alla mia attività».
Cos'hai in mente per il tuo futuro? Dove lo immagini?
«In futuro spero di porter continuare a fare quello che mi piace. Penso che questo sia il segreto per essere felice. Credo che in qualunque posto finirò, sarò fedele a me stesso e farò quello che mi fa stare bene! Io già dalle superiori sapevo cosa volevo fare e sono contento di esserci riuscito. Dopo quasi dieci anni che vivo all'estero però te lo dico, che in futuro spererei di poter passare almeno due o tre mesi l'anno a Trento».
Quello che stai facendo ora era quello che avevi immaginato quando te ne eri andato a fare l' anno all' estero o ti sei lasciato andare all'imprevedibilità della vita?
«Ti dirò: molte cose sono capitate per caso, ma tante altre mi sono impegnato per poterle raggiungere facendo ad esempio lezioni via Skype di canto nei posti più nascosti degli aeroporti. Dico spesso che quello che mi è capitato è stato inaspettato e ho avuto molta fortuna, però io già dalle medie studiavo per conto mio giapponese e dicevo ai miei compagni di classe che un giorno avrei fatto il giro del mondo».
Sei riuscito ad esprimere te stesso in una realtà completamente diversa da quella in cui sei nato, un contesto provinciale che non ti ha impedito di aprirti al mondo...
«A dir la verità da sempre mi sono sentito cittadino del mondo e non mi piacciono troppo le etichette. A giudicare dai miei look forse sembrerà che ormai abbia ben poco forse del trentino, ma in realtà non credo che sia stato l'estero a cambiarmi, forse mi ha un po' aiutato a sviluppare la mia personalità, ma sinceramente io sono nato così, e mi sento profondamente trentino!».

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