Civezzano e Fornace verso il matrimonio

I comuni di Civezzano e Fornace vogliono fondersi. E con un totale di 5.371 residenti, nascerà «Civezzano Fornace». I sindaci e le giunte hanno deciso infatti di adottare entro il 2 marzo le delibere per andare a referendum entro il 31 luglio.

di Umberto Caldonazzi

I comuni di Civezzano e Fornace vogliono fondersi. E con un totale di 5.371 residenti, nascerà «Civezzano Fornace». Ora, l’unico scoglio potrebbe essere rappresentato dal risultato dei prossimi referendum popolari che dovranno essere indetti nelle due comunità.

Alla fine, sia pure con il fiatone per via del calendario - divenuto stretto - dettato dalla Provincia, le giunte comunali di Civezzano e Fornace hanno sottoscritto l’avvio delle procedure necessarie per giungere alla fusione fra i due Comuni. A lasciarsi con una stretta di mano dal municipio di Civezzano sono stati mercoledì sera il sindaco Stefano Dellai, il presidente del consiglio Massimo Corradini con i componenti di giunta Nicoletta Donatoni (vicesindaco), Stefano Bampi, Aldo Dematté, Giovanna Rossi e il primo cittadino di Fornace, Pierino Caresia, con gli assessori Ezio Cristofolini (vicesindaco), Marco Antonelli, Patrizia Pedotti.

Assente causa impegno improrogabile, l’assessore ai lavori pubblici Walter Caresia. Riunione alla quale hanno partecipato anche i segretari comunali Martina Rizzi (Civezzano) e Marco Sartori (Fornace), a garantire legittimità a questo «importante inizio di percorso ufficiale verso i referendum che possano dare immediata operatività al nuovo Comune unico di Civezzano Fornace» afferma il sindaco di Civezzano, Stefano Dellai che, al di là dei dettagli futuri, parla di «ulteriore obiettivo raggiunto al termine di questo mandato. Se la popolazione deciderà per la fusione, oltre a poter assecondare importanti economie di scala, ne avranno immediati vantaggi le tante collaborazioni che da decenni uniscono le nostre due comunità».

«Certamente si tratta di una scelta epocale. Credo si possa dare atto a questa amministrazione di avere inteso porre al centro le istanze della popolazione, attraverso lo strumento del referendum» analizza il sindaco di Fornace, Pierino Caresia. Primo cittadino che ha dovuto prendere atto delle difficoltà di Albiano a rientrare nel gioco «fusione» a tre (con Civezzano e Fornace): «Sarebbe stato ideale per il riequilibrio della parte demografica», conclude Caresia. Per Fornace, è previsto un ulteriore incontro con il consiglio e altri con la popolazione per «approfondire i dettagli dell’operazione».
Per effetto della fusione, Civezzano (territorio di 15,67 kmq) e Fornace (7,22 kmq) che sono confinanti, avranno anche benefici economici attraverso trasferimenti dalla Provincia (in parte corrente e in conto investimenti) quantificabili in circa 200.000 euro all’anno per un ventennio.

Lunedì 2 marzo i consigli comunali porteranno in approvazione le rispettive delibere che prevedono l’indizione dei referendum popolari. Servirà almeno il 15% delle firme degli aventi diritto al voto per il referendum da indire entro il 31 luglio. La fusione sarà approvata qualora in ognuna delle due comunità i consensi risultino la maggioranza fra i votanti, che dovranno raggiungere il 40% degli aventi diritto al voto. Quindi, gli attuali amministratori resteranno in carica fino al prossimo 31 dicembre. Dal primo gennaio 2016 gestione commissariale fino al nuovo consiglio comunale, da votare entro il 15 maggio 2016, che rimarrà in carica per quattro anni, in allineamento alle altre amministrazioni.

Saranno 18 i componenti, con particolare meccanismo a garantire rappresentanza delle due comunità. Sede legale a Civezzano e momenti istituzionali da dividere fra i due municipi.
Sulla volontà di un Comune unico, Fornace pare porsi al riparo da sorprese. Infatti, proprio in seguito a recenti incontri con gruppi e associazioni locali e con la popolazione, l’ago della bilancia sembra volgere in favore della fusione. Senza contare le indicazioni espresse da grande maggioranza dei consiglieri comunali. Sul fronte di Civezzano, qualche incognita in più appare legittima in riferimento alla popolazione che potrà esprimersi nelle serate del 3, 4, 5, e 6 marzo indette in centro e frazioni. Pure tenendo conto del voto favorevole venuto da quel consiglio comunale nell’ormai lontano 7 marzo 2011, quando sul tavolo venivano valutate le linee programmatiche proposte nell’ottica di «unione» fra le due comunità.

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