L'Avis è in forma con 149 nuovi soci e 1.700 donazioni

di Michele Gretter

Negli ultimi anni l'Avis comunale di Pergine ha continuato a crescere, raccogliendo numerose adesioni anche nelle fasce più giovani della popolazione. In vista dell'assemblea annuale del 27 febbraio, ne abbiamo parlato con il presidente Mauro Fruet. I numeri parlano di un'associazione in forma: più di 1.400 soci attivi sul territorio, di cui 149 iscrittisi nel 2014, che hanno portato a 1.700 donazioni, tra plasma intero, plasmaferosi e citoferesi.

Siete soddisfatti?

«Certamente. In questi anni abbiamo lavorato bene, impegnandoci per farci conoscere nel nostro comune, cercando di raggiungere principalmente i giovani: loro infatti rappresentano il nostro futuro, garantendo il normale scambio generazionale. Stiamo discutendo con alcuni docenti dell'istituto Marie Curie, per far conoscere Avis agli studenti delle superiori, ma nel frattempo abbiamo dei progetti per coinvolgere i nuovi perginesi e le associazioni sportive».

Cosa volete dire ai vostri donatori?

«Vogliamo per prima cosa ringraziarli di cuore per quel grande gesto di solidarietà, generosità e dedizione alla vita: la donazione di una piccola goccia del proprio sangue, infatti, è un dono anonimo e totalmente gratuito a persone bisognose. Un gesto non da tutti». 

I problemi dell'Avis sono legati al centro di raccolta, che sta diventando troppo esiguo per il numero di donatori: a Pergine, infatti, i soci donano sette/nove volte al mese, raccogliendo circa una trentina di sacche la settimana. «Il personale del centro di raccolta - prosegue Fruet - s'è sempre dimostrato di grande professionalità: il dottor Pupi, il dottor Vassallo e tutto il personale paramedico seguono al meglio i nostri soci, anche se sarebbe positivo riuscire ad organizzare una terza giornata di donazione; il terzo appuntamento settimanale potrebbe essere dedicato all'istruzione del singolo socio: diventerebbe quindi possibile incontrare il nostro medico per spiegazioni e chiarimenti sugli esami del sangue svolti. Siamo tuttavia consci del difficile momento economico e ci rendiamo conto che gli enti pubblici stanno contenendo il più possibile i costi, di conseguenza è impensabile chiedere troppe cose. Un grande grazie a tutte le persone che hanno donato, donano e doneranno: è uno dei significati di cittadinanza attiva».

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