Consiglio per dire «no» alla Valdastico

Sarà discussa il prossimo 22 luglio la mozione del Pd «No alla Valdastico». I democratici roveretani hanno presentato una convocazione d'urgenza del Consiglio Comunale. Dopo circa due mesi dalla presentazione della mozione, per evitare che il testo venisse trattato a tarda ora il civico consesso affronterà la mozione che dovrebbe, per la prima volta, impegnare in modo ufficiale la Città della Quercia nei confronti dell'infrastruttura

di Matthias Pfaender

valdasticoROVERETO - Sarà discussa il prossimo 22 luglio la mozione del Pd «No alla Valdastico». I democratici roveretani hanno presentato una convocazione d'urgenza del Consiglio Comunale. Dopo circa due mesi dalla presentazione della mozione, per evitare che il testo venisse trattato a tarda ora (il primo firmatario Carlo Fait ha già rifiutato nella scorsa seduta di iniziare la trattazione del tema alle 22.30) il civico consesso affronterà la mozione che dovrebbe, per la prima volta, impegnare in modo ufficiale la Città della Quercia nei confronti dell'infrastruttura. Una posizione che Fait avrebbe voluto che il Consiglio esplicitasse già da tempo. Ma quando nel 2012 propose ai suoi un testo uguale, fu indotto a fermarsi con la motivazione di aspettare l'uscita di Besenello, che ai tempi stava discutendo un testo simile.
 
«Ormai - ha commentato all'Adige Fait - è passata l'idea che la Valdastico sia qualcosa che non si farà. Del resto la posizione contraria è stata chiaramente sostenuta dalla Provincia e ribadita recentemente anche dall'assessore dell'Upt Gilmozzi. Ma purtroppo non è così, a Roma il fronte pro autostrada è più agitato che mai, e lo stesso ministro alle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi spinge molto a favore del cantiere. È quindi un obbligo per le istituzioni locali prendere posizione. E sarà anche una buona occasione per fare chiarezza all'interno del Consiglio di Rovereto: quando si alzeranno le mani i roveretani sapranno chi è davvero contro o chi a favore». 
 
Una «sfida» politica che da un lato ha già fatto guadagnare qualche critica al Pd. Il giorno dopo l'annuncio della mozione il capogruppo Upt in Consiglio Beppino Graziola ha pungolato i colleghi di maggioranza domdando «se sono contro la Valdastico perché hanno votato contro l'Alta Capacità ferroviaria? Il traffico merci in aumento dove si deve scaricare?». Dall'altro però posizionerebbe il Pd a fianco dell'ampio movimento d'opinione trasversale contrario all'arteria. Un «no» che discende, è sostenuto nella mozione, dall'«evidenza dei fatti».
 
«È evidente - recita nella parte finale il testo - come la costruzione della A31 non corrisponda ad un interesse pubblico. L'accorciamento dei percorsi che l'opera garantirebbe sono risibili rapportati alle lunghe percorrenze. La A31 risulta funzionale soprattutto alle esigenze dell'economia vicentina e provocherebbe un flusso di artigiani dal vicentino verso il Trentino e un contro flusso di trentini che andranno a far la spesa nel Vicentino, terra dove gli ipermercati fioriscono, contrariamente agli indirizzi delle politiche commerciali turistiche trentine. Inoltre il Trentino diverrebbe un canale di transito verso il nord provocando un innalzamento dei livelli di inquinamento. Da annotare anche la strumentalizzazione della questione A31 funzionale alla società autostrade Serenissima per ottenere la proroga delle concessioni evitando di fatto la gara europea. In definitiva la costruzione della Valdastico provocherebbe danni devastanti all'ambiente, alle popolazioni e anche all'economia trentina soprattutto artigianale e del commercio».

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