Camminata e cibo prelibato nell'incantevole Valle dei Mocheni

«Che bella giornata! La Provvidenza ci ha pensato anche stavolta: nebbia ma sotto c'è il sole e pure la neve fresca di stanotte», l'entusiasmo proverbiale è tutto di  don Daniele Laghi,  parroco della Valle dei Mocheni, venuto fino al passo Redebus ma senza ciaspole ai piedi. Lo scopo era solo quello di un salutino veloce prima di dire messa ai tanti, e sono stati più di ottocento, che hanno partecipato e lavorato per la Binter Bersntol Ring (Consorzio delle Pro loco, tutte le associazioni di volontariato e il gruppo di Albiano che con le motoslitte ha battuto la pista)

di Nicoletta Brandalise

I VIDEO 

 

 

 

«Che bella giornata! La Provvidenza ci ha pensato anche stavolta: nebbia ma sotto c'è il sole e pure la neve fresca di stanotte», l'entusiasmo proverbiale è tutto di  don Daniele Laghi, parroco della Valle dei Mocheni, venuto fino al passo Redebus ma senza ciaspole ai piedi.
Lo scopo era solo quello di un salutino veloce prima di dire messa ai tanti, e sono stati più di ottocento, che hanno partecipato e lavorato per la Binter Bersntol Ring (Consorzio delle Pro loco, tutte le associazioni di volontariato e il gruppo di Albiano che con le motoslitte ha battuto la pista).
Lo scenario di questa escursione natural- gastronomica (da encomio il connubio «fatica - cibo prelibato») tra i boschi al limitare dei masi di Palù del Fersina è quello mocheno che lascia in ogni stagione il visitatore con gli occhi pieni di meraviglia. L'avvio, con la dotazione omaggio di scaldamani e cappello, è la stradina in salita che s'addentra tra gli alberi che fermano la neve abbondante. Si galleggia e poi pare di volare con le ciaspole ai piedi.
Anna, due anni appena, è sulle spalle di papà Walter, vengono da Baselga di Pinè. Fa un sorriso radioso che spunta dalla sciarpa e dal berrettino calato sul visetto. Pia e Franco, col cugino Olivo, vengono da Ranzo e da Tenno. Da loro apprendiamo che camminare fa bene, ma fa ancora meglio se c'è il pane col companatico. Ecco allora che vediamo la lucanica fumante col formaggio, una colata saporita di golulash, il piatto completo (i cibi di prima tutti insieme) e il brodo caldo per i soliti che  tira ‘'endrìo .
Sono ventitré triestini e una «borghesana» la compagnia venuta dal mare per la nostra montagna. A condurre è Maurizio, giuliano pure lui, ma che abita a Levico e che il percorso lo conosce bene come le sue tasche. «Mai sottovalutare niente in montagna - consiglia - uscire sempre con l'attrezzatura adeguata, affidarsi alle guide e non avventurarsi su percorsi non segnati».
A vigilare su tutto e su tutti ci sono i vigili del fuoco e gli alpini che fanno da sentinella lungo i dodici chilometri di passeggiata. Due uomini, tre donne e un cane (femmina pure lei, di nome fa Zoe) sono le quote rosa in forza da Civezzano: «Siamo venuti per il paesaggio», ci dicono. Che per fortuna così bello c'è appena svoltato l'angolo di casa. La neve non fa più rumore calpestata dai tanti passi. Si sente il silenzio più avanti, nel sentiero che il bosco protegge. Da lontano ancora si perde qualche nota dagli ottoni dei musicanti di Palù del Fersina. La montagna accoglie i suoi ospiti venuti in questa domenica che le hanno tributato rispetto, come si conviene alla natura grande e generosa. Il prossimo appuntamento è per il 15 febbraio con la decima edizione della Ciaspoluna, sempre da Passo Redebus con la luna piena che brillerà, ne siamo certi, in un cielo sgombro di nubi.

comments powered by Disqus