Lo Schütze condannato  Nove mesi per il botto

Si è concluso con una condanna a 9 mesi di reclusione e 2.100 euro di multa il processo a carico del comandante della compagnia Kalisberg di Civezzano, Mario Caldonazzi, accusato di lesioni colpose gravi per il «botto» alla festa del Sacro Cuore sul Monte Calisio del 13 giugno 2010, in seguito al quale rimasero ferite due persone

schuetzenCIVEZZANO - Si è concluso con una condanna a 9 mesi di reclusione e 2.100 euro di multa il processo a carico del comandante della compagnia Kalisberg di Civezzano, Mario Caldonazzi, accusato di lesioni colpose gravi per il «botto» alla festa del Sacro Cuore sul Monte Calisio del 13 giugno 2010, in seguito al quale rimasero ferite due persone.
Una sentenza che il 64enne Schütze, molto apprezzato per la sua attività di artista del legno e maestro di musica, è pronto ad impugnare attraverso il suo avvocato Bonifacio Giudiceandrea. Nega, infatti, di essere stato lui - e ieri due testi della difesa lo avrebbero confermato, indicando altre due persone - ad accendere la miccia dell'ordigno, poi esploso. Inoltre, ha sempre sostenuto di avere invitato i presenti ad allontanarsi, prima che venisse sparato il grosso petardo (nel capo d'imputazione si parla di «ordigno rudimentale, costituito da un contenitore metallico forato alla base con uno spago che fungeva da miccia»). E proprio per dimostrare la propria innocenza, aveva scelto di affrontare un processo pubblico. Ma per il giudice Giovanni De Donato, evidentemente, la versione dello Schütze imputato non era credibile: da qui la condanna, oltre alla confisca di un fucile tipo carabina che, secondo l'accusa, Caldonazzi deteneva senza averne fatto denuncia presso l'autorità.
La vicenda finita in tribunale, come detto, risale al 13 giugno. Quella sera erano accorsi in molti da Trento e Civezzano per la festa del Sacro Cuore. Festa rovinata dal botto fatto esplodere sul Calisio dal comandante dei cappelli piumati. Questa, almeno, è la conclusione del giudice.
Certo è che qualcosa andò per il verso sbagliato. Due persone, che pure si trovavano ad alcuni metri di distanza, rimasero ferite. Al pronto soccorso finirono il consigliere comunale del Patt di Trento Fabio Armellini e il caposquadra dei vigili del fuoco di Civezzano Martino Ciola che aveva accompagnato il padre alla cerimonia.
La peggio toccò a Ciola, che subì lesioni al piede piuttosto serie. Il vigile del fuoco, presente alla festa in forma privata, dovette affrontare mesi di cure e riabilitazione. Una situazione che, si tradusse, anche in un pesante danno economico, visto che Ciola è un agente di commercio. «Ero salito sul Calisio per partecipare con mio padre ad una tranquilla cerimonia - raccontò al nostro giornale - e ora mi ritrovo con un piede malridotto ed una famiglia sulle spalle che per i prossimi mesi non so come riuscirò a sostenere economicamente». Per questo, attraverso gli avvocati Maria e Gabriele a Beccara, Ciola ha citato in giudizio Caldonazzi. La richiesta è intorno ai 200 mila euro: la causa civile è ancora pendente.

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