Antichità / Nobiltà

Chi vuole comprarsi un castello? A Vasio, in Val di Non, andrà all'asta a partire da 378 mila euro

Era diventato un agriturismo, ma è fallito con un pignoramento di circa 100 mila euro. E dopo una prima sessione d’asta andata a vuoto, in luglio si va al ribasso

di Giorgia Cardini

FONDO. Per anni è stato un apprezzato agriturismo, il sogno realizzato dei suoi titolari bergamaschi. E ha funzionato bene, eccome se ha funzionato, tanto da avere sulle piattaforme valutazioni e gradimenti molto elevati. Ma il Covid, le chiusure imposte in quel periodo controverso e le problematiche finanziarie conseguenti hanno decretato la conclusione, decisamente non bella, di un progetto di recupero iniziato vent'anni fa.

E così Castel Vasio, come un immobile qualunque, è finito in una procedura esecutiva immobiliare. All'asta, insomma. Per un atto di pignoramento, promosso da una banca, pari a 134.388 euro.

Lo scorso 9 aprile si è tenuto il primo tentativo di vendita di questa procedura iniziata nel 2022, andato deserto. Ci si riproverà il 16 luglio, con un prezzo ribassato e che fa quasi strabuzzare gli occhi: 505.000 euro di base, ma l'offerta minima per la partecipazione - da presentare entro il 12 luglio all'avvocato delegato Luciano Botteon - è stata fissata in 378.750 euro.

E per questa cifra - inferiore a quella di tanti appartamenti in città - qualcuno potrebbe comprarsi tutto, anche la Storia.

Vasio è infatti un antico castello, risalente al XIII secolo. Come si legge nella perizia di stima redatta a maggio 2023, la sua collocazione strategica suggerisce un'origine legata al controllo del traffico e alla riscossione del dazio. I primi proprietari furono i conti di Appiano, che nel 1248 cedettero il castello al principato vescovile.

Nel corso del tempo, si avvicendarono però vari proprietari: i nobili Vasio, dopo la metà del XVI secolo gli Hack, i conti Trapp, i Cles, i Malosco e, dopo il 1561, i conti di Arsio che lo mantennero fino al 1878. In seguito passò a vari proprietari della zona e cadde in parte in rovina. Dalla documentazione reperita si è rilevato che alla sua origine il castello era composto solamente dal maso in pietra al quale nella seconda metà del '500 vennero aggiunte altre ali addossate alla torre circondandola a sud, est e ovest e, poco distante, anche un rustico.

Nel 1885 fu semidistrutto da un incendio che fece crollare l'ala ovest. Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, la torre fu abbassata fino all'altezza delle ali superstiti e tutto l'edificio fu coperto da un unico tetto a quattro falde.

L'ultimo restauro il castello lo ha subito negli anni 2005-2010 ad opera dell'ultimo proprietario, che ha messo mano (con il via libera della Soprintendenza e del Comune, fruendo anche di contributi provinciali) alla parte strutturale dell'edificio, alla copertura e al recupero dei locali interni, per trasformare tutto in agriturismo dotato di alcune stanze. Non che non ci siano dei problemi (qualche degrado strutturale e qualche accenno di movimento franoso sottostante) ma il complesso - completato da orto e giardino - è in buono stato e, così, si punta a venderlo.

La perizia di stima firmata dal geometra Maurizio Pilati di Cles ha assegnato un valore al castello, al rustico vicino e alle pertinenze di 670.000 euro. Come detto, il primo tentativo del 9 aprile è andato deserto. Si vedrà se a metà luglio qualcuno si farà avanti per rilevarlo.

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