Motori / Lo scontro

Coredo, motocross "ridotto", gestori e Federazione annunciano battaglia legale: «Andremo al Tar e ci pagheranno i danni»

Il Comune limita l’attività a due giorni a settimana, esclusi i weekend, la rabbia degli sportivi: «La Provincia ci ha messo un milione di euro per costruirlo, senza contare i soldi dei Moto Club per farlo partire. Una decisione assurda e immotivata»

PREDAIA. Si preannuncia battaglia sul crossodromo di Coredo. Non in pista, tra i rider, a colpi di acceleratore, ma nelle sedi giuridiche: da una parte il Comune di Predaia, che ha approvato la revoca parziale della convenzione per la gestione della struttura, portando da 5 a 2 (esclusi sabato e domenica) i giorni di apertura per gli allenamenti, dall'altra il Motoclub Cles Valli del Noce e il Comitato Provinciale Fmi (Federazione Motociclistica Italiana), che non hanno alcuna intenzione di accettare la modifica unilaterale all'accordo stipulato nel 2018 di durata decennale.

«Si tratta di una topica incredibile - commenta senza usare mezzi termini il presidente della Federazione Nicola Versini -. Avevamo avuto degli incontri con la giunta comunale, durante i quali avevamo anche espresso la nostra disponibilità ad accordarci per delle concessioni, modificando la convenzione e limitando le aperture domenicali, pur di mantenere dei buoni rapporti. Si parlava di aperture in due fine settimana al mese, calendarizzando praticamente insieme le date. Sembrava che avessimo trovato la quadra. Qualche giorno dopo ho ricevuto una telefonata dalla sindaca Giuliana Cova». Che ha comunicato l'intenzione dell'amministrazione comunale di procedere in maniera diversa.

E di limitare l'utilizzo della struttura, costata oltre un milione di euro, a due giorni settimanali, che non possono essere il sabato e la domenica.

«È una scelta semplicemente politica - aggiunge Versini - e posso assicurare che andremo fino in fondo alla questione, procedendo in tutte le sedi giurisdizionali. Quando ci arriverà l'atto, lo impugneremo, ricorreremo al Tar chiedendo la sospensiva, poi la giustizia farà il suo corso. Le possibilità sono due: la prima è che ci venga data ragione, e quindi potremo tener aperta la pista nel weekend, la seconda è che prevalga la decisione del Comune, e allora partirà una causa civile per risarcimento danni».

Il presidente della Federazione spiega che per chi pratica questa attività è impensabile che gli allenamenti possano essere svolti solamente in due giornate infrasettimanali. «Ora andranno anche calendarizzate le quattro manifestazioni previste, che magari saranno nei quattro weekend di luglio. Il problema potrebbe essere appunto durante le gare, con 40 moto contemporaneamente in pista, non durante gli allenamenti - sottolinea Versini -. Questa scelta dell'amministrazione arreca un danno non solo al Motoclub e alla Federazione, ma anche e soprattutto ai giovani appassionati che non possono praticare il loro sport, e che avevano deciso di acquistare la moto e di spendere dei soldi tra assicurazioni e tessera sport per poter girare in pista».

L'impianto di Coredo viene utilizzato solamente cinque mesi all'anno. Nel mese di agosto e durante il periodo invernale rimane chiuso, e non tutti i fine settimana nei periodi di apertura si può usufruirne, quando sono in programma delle gare su altri circuiti la struttura non è accessibile. E i riscontri, a detta dei gestori, sono sempre ottimi: sabato scorso c'era una trentina di rider a girare in pista.

«Avevamo anche in mente di portare in valle dei motoraduni, delle manifestazioni con moto d'epoca, sfruttando gli spazi extra-pista. È chiaro che salterà tutto - continua il presidente -. La sindaca parla di moto elettriche? Noi le abbiamo, dopo cinque giri sono scariche e l'impianto non è dotato di elettricità per la ricarica».

Anche il presidente del Motoclub Valli del Noce Aldo Avi è piuttosto agguerrito. «Mi pare che si voglia togliere la possibilità ai giovani di praticare uno sport molto sentito in Val di Non e Val di Sole - sono le sue parole -. Abbiamo creato un bel movimento e ricevuto una bella risposta anche da parte di piccoli sportivi che hanno voglia di iniziare. Hanno persino cominciato ad arrivare appassionati dall'Alto Adige e dall'Austria. E l'idea è quella di chiudere la pista. Assurdo».

Durissimo anche il commento di Davide Cotrrà, presidente del Moto Club Rallo, storico sodalizio: «E così ci toglierete la possibilità di praticare il nostro sport nel weekend, Davvero?

Adesso siamo stufi, e ci metto la faccia pure io, tanto lo sapete tutti che sono presidente del motoclub Rallo, e sapete benissimo come la penso.

Non so davvero se sono più deluso, frustrato, o incazzato, forse un bel mix di emozioni negative.

Ci siamo battuti per più di 10 anni per avere un impianto sportivo, e che favoloso impianto siamo riusciti a realizzare con la collaborazione di tutti!

Sono stati spesi 1 milione e passa mila euro dalla Provincia di Trento, 70 mila euro dal Motoclub Rallo, decine di migliaia di euro dal Comune di Predaia, e infine decine di migliaia di euro necessari per partire e gestire la pista dal motoclub Cles. Non parliamo dei sacrifici in termini di tempo spesi dalle persone appassionate per questo per far sì che l'impianto venga realizzato e messo in funzione.

Dal 2011 sono nel direttivo del motoclub, ho fatto 3 anni il vicepresidente e questo è il terzo anno da presidente, potrei scrivere libri interi sulla faccenda del crossodromo con cose che nessuno sà nemmeno, sulle mie spalle pesa la fiducia (oltre delle 17 firme fatte in banca per il mutuo del motoclub rallo di 70.000 € ancora 10.000 restanti da pagare) di generazioni di appassionati che hanno voluto e che vogliono tutt'ora il crossodromo aperto nel weekend, per poter praticare lo sport in sicurezza con i propri figli e famiglie, godendosi la giornata nel nostro bellissimo paese di Coredo.

La mia domanda nasce spontanea, ma che cosa state facendo? Ma dove vogliamo arrivare? Privare i giovani di praticare uno sport uguale a tutti gli altri sport nel fine settimana.

Amici calciatori, pallavolisti, pattinatori e tutti gli altri sportivi, come vi sentireste se il weekend vi chiudessero i vostri impianti sportivi e non potreste più praticare il vostro sport nell unico giorno libero che avete alla settimana? Ditemelo, o solo io penso che sia una cosa assurda quella che sta succedendo?

Potremmo quasi chiamarla discriminazione sportiva. Noi siamo uguali a tutti gli altri sportivi, trasmettiamo ai nostri figli le nostre passioni e le coltiviamo. Un piccolo consiglio all'amministrazione, ripensateci...»

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