Crimine / Vergogna

Odioso furto a Cles: rubate le offerte per i bambini malati, dalla cassettina del gruppo Alpini

Come ogni anno le penne nere raccoglievano le offerte, quest’anno destinate ai piccoli malati del reparto di oncologia pediatrica del Santa Chiara: sparito tutto, la stima è fra gli 800 e i 1.500 euro

di Fabrizio Brida

CLES. La tradizione vuole che ogni anno, nel periodo natalizio, gli alpini di Cles allestiscano con passione un maestoso presepe: un tempo nella chiesetta di San Martino, ultimamente in diverse location, tra cui anche Palazzo assessorile. E che, ogni anno, le penne nere posizionino una cassetta per le offerte da destinare ad enti, associazioni e realtà che si occupano di fare del bene sul territorio. Quest’anno, con il presepe realizzato dietro la pretura, nell’ex magazzino della Pro loco, si era deciso di sostenere la sezione clesiana della Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i tumori) aiutando i bambini del reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale di Trento.

Qualcuno, però, ha pensato bene di sradicare la cassetta contenente le offerte e portarla via: un gesto ignobile, perché per rubare dei soldi che sarebbero stati devoluti ai bimbi malati bisogna essere senza morale e senza pudore.

«Dubito fortemente che a compiere il furto sia stato qualcuno davvero bisognoso – sono le parole del capogruppo degli alpini di Cles Bernhard Avanzo – anche perché, di solito, chi si trova in una situazione di reale difficoltà viene a chiederci una mano. Abbiamo sempre aiutato, anche tramite il Banco Alimentare, chi vive momenti complicati». Gli alpini si sono accorti che mancava la cassetta, che era stata fissata al tavolo di legno attraverso una piastra e dei bulloni, il 31 dicembre.

L’episodio, tra l’altro, è avvenuto in pieno giorno. «Tutte le sere verso le 21 viene chiuso l’accesso fino alla mattina seguente, quando il primo alpino che passa nei paraggi riapre le porte – rivela Avanzo – Il fatto non può essere accaduto in orario notturno».

Probabilmente si tratta di una ragazzata. In ogni caso di un atto vergognoso, odioso e ingiustificabile. «Solitamente riusciamo a raccogliere, durante tutto il periodo d’esposizione del presepe (dai primi di dicembre all’Epifania, ndr), tra i 600 e gli 800 euro – aggiunge il capogruppo degli Alpini –. Soldi che arrotondiamo con risorse del Gruppo fino ad arrivare a 1.000-1.500 euro per poi devolverli alle varie associazioni per opere nobili, come avvenuto ad esempio un paio d’anni fa con il rifacimento del parco giochi di Dimaro. Quest’anno avevamo l’accordo con la Lilt di aiutare il reparto di oncologia pediatrica».

Purtroppo però non è rimasto nulla. La speranza – forse remota – è che l’autore (o gli autori) del gesto possa ravvedersi e riconsegnare la cassetta e il suo contenuto. Sarebbe un bel modo per rimediare. E di fare felici gli alpini, ma soprattutto i bambini in ospedale.

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