Il lutto / Ricordo

Le figlie di Andrea Paternoster: "Le api sono ormai nostre sorelle"

Elena e Francesca sono sommerse in queste ore dai messaggi di affetto, dopo la tragedia della strada in cui ha perso la vita il loro papà, notissomo produttore di miele della val di Non

COMMOZIONE Il toccante ricordo degli ex compagni dell’Istituto Agrario

di Leonardo Pontalti

TRENTO. «Sapevamo che per almeno quattro mesi all’anno per papà c’erano solo le api. Ma non ci è mai pesato, anzi: erano nostre sorelle in fondo, perché per lui erano come figlie, alcune le chiamava anche per nome. Ancora non sappiamo come facesse, ma ci riusciva».

Sorridono, Francesca e Elena Paternoster. Sono giorni difficili, doppiamente, per le due figlie di Andrea.

L’improvvisa perdita del padre, ma non solo: il devastante lutto è stato accompagnato anche dal turbinio di chiamate, messaggi, attestati di stima. Un grande affetto che è senza dubbio lenitivo, ma inevitabilmente disorienta, affatica, quando si avrebbe solo voglia di piangere.

Francesca, 26 anni, studia a Roma ed era nella Capitale quando l’hanno avvertita dell’incidente.

Elena, 23 anni, è da poco entrata in azienda. Entrambe sono ora a Vigo di Ton, alle prese con le tristi incombenze legate alla scomparsa del padre.

«Stiamo capendo solo ora, in queste giornate, quanto davvero fosse grande papá. Che fosse geniale lo sapevamo ma attraverso tutta questa vicinanza, le tante testimonianze, abbiamo davvero compreso quanto fosse amato, da tantissime persone».

Faticavano a capirlo, Francesca ed Elena, forse perché era Andrea Paternoster il primo a non rendersene conto. O meglio a non volersene rendere conto: «Un giorno, qualche mese fa - spiega Elena - mi aveva guardato negli occhi e mi aveva detto: “So che quello che abbiamo creato è cresciuto e sta continuando a crescere, ma per me la Mieli Thun è sempre quella degli inizi”. Forse era questo il suo segreto del suo continuo entusiasmo: non era mai appagato, non si sentiva mai arrivato».

Francesca e Elena sono cresciute assieme alla creatura di Andrea: «Ricordo quando mi aggiravo nel cantiere della casa e della sede - prosegue Francesca - quando ancora mamma era in attesa di Elena. Si, siamo cresciute assieme all’azienda di papà». Un peso, a volte: «Spesso non poteva essere un padre presente.

Ma era una di quelle persone che sapevano come esserci è farcelo sentire, anche quando gli impegni, il lavoro gli impedivano di riuscirci fisicamente. Coerente con il suo modo di essere: non amava esternare troppo il suo affetto, magari non ci faceva troppi complimenti o sembrava non ci riserbasse troppe attenzioni, ma bastava parlare con nonni, zii, amici per scoprire quanto fosse orgoglioso di noi, quanto parlasse di noi. Era poco appariscente ma profondo. Così come era spesso poco presente, ma mai assente».

L’assenza: è quello di cui hanno più paura ora, Francesca e Elena: «Ora c’è l’affetto, c’è la confusione. Ma presto arriverà il momento in cui capiremo che invece papà non c’è più, davvero. Restano i suoi valori, i suoi insegnamenti, quello che ci ha trasmesso. Restano e resteranno, e attraverso tutto questo lui resterà sempre con noi».

Ancora non sono stati definiti tempi e modi per l’ultimo saluto ad Andrea Paternoster, ma Francesca e Elena non hanno dubbi: «Sarà una cerimonia pubblica e dovrà essere un momento di gioia, non di dolore. È così che papà vorrebbe e faremo in modo che possa essere così».

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