Piovono massi dalle mura di Castel Malosco

Lungo la statale 43dir, nel tratto orientale di Fondo, in prossimità dell’incrocio tra centro storico e Passo Palade, piovono sassi. La loro provenienza? Dalle mura di cinta di Castel Malosco, antico edificio di proprietà pubblica, di cui si parla da anni di interventi di restauro e di utilizzo, ma che dopo la chiusura dell’allora esistente Pretura, oltre vent’anni fa, è rimasto inutilizzato e sempre più cadente. 
«Abbiamo ricevuto varie lettere e segnalazioni da parte di persone che abitano in quell’area, o che vi transitano», ammette il sindaco di Fondo, Daniele Graziadei. «Come comuni stiamo facendo quanto possibile, ma non abbiamo le risorse per un intervento concreto. Da sempre c’è collaborazione tra i comuni di Fondo e Malosco per tamponare la situazione, ma così sicuramente non può andare avanti». 
Un primo intervento era stato compiuto dai due comuni circa tre anni fa, con l’eliminazione del boschetto circostante lo storico edificio, ritenuto responsabile delle forti infiltrazioni d’acqua nelle murature, tanto del maniero, quanto dei muri di cinta, che si trovano a pochi metri dalla citata strada statale – ed essendo il terreno assai ripido, è evidente dove le pietre che si staccano vadano a finire. 
«Abbiamo gestito, assieme a Malosco sul cui territorio si trovano tanto il castello quanto il parco, quell’area. Anche l’intervento sul parco non è comunque stato ultimato, da parte della Provincia abbiamo ricevuto in passato varie promesse, erano stati stanziati anche dei fondi, erano state ipotizzate possibilità per quanto riguarda la destinazione, ma poi niente di concreto è avvenuto. Come comuni siamo in grado di fare piccoli interventi tampone«, afferma Graziadei, «ma sicuramente non siamo in grado di finanziare un restauro per eliminare le infiltrazioni e i crolli, tantomeno per un utilizzo dell’edificio. Vero che il castello è sempre monitorato, ma la situazione è critica, e si avverano spesso anche atti di vandalismo. Aggiungiamo che anche il ponte sovrastante la statale, che conduce al castello e all’abitato di Malosco, ha seri problemi (qualche distacco di materiale, che ha indotto alla chiusura ai mezzi pesanti qualche mese fa, ndr), e possiamo affermare che le difficoltà sono ancora più serie. Adesso abbiamo provveduto a tagliare degli alberi che provocavano una spinta sulle mura di cinta del parco, ma sicuramente non è questo che risolverà il problema alla radice». 
Insomma, un altro bene pubblico – e storico – dimenticato. Si potrebbe fare come a pochi paesi di distanza, dove un edificio quattrocentesco è stato abbattuto perché pericolante: si risolverebbe il problema alla radice. Sempre augurandosi che non sia questa la scelta definitiva…

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