Centrali sul Noce, pausa di riflessione

di Lorena Stablum

La Comunità della Val di Sole si prende altri 60 giorni per esprimere il parere sulla partita idroelettrica che si sta consumando sul fiume Noce. 
L’ente, presieduto da Guido Redolfi, ha infatti chiesto di poter rinviare la Conferenza provinciale dei servizi in programma lo scorso 21 febbraio per approfondire la questione e «avere qualche strumento in più». In quell’occasione, si sarebbe dovuta prendere in esame la selva di richieste presentate da enti pubblici e da privati per la costruzione di centrali idroelettriche nel tratto più bello e naturale del corso d’acqua, quello che va da Terzolas a Mostizzolo. La Comunità di valle e i Comuni erano chiamati a esprimere il proprio parere in merito.
La Conferenza era stata rinviata già una prima volta su richiesta del Consorzio per i servizi territoriali del Noce - Stn Val di Sole quando, cioè, sembrava che si fosse riusciti a trovare un accordo complessivo e si potesse arrivare, quindi, alla definizione di un progetto di sintesi tra la parte pubblica e privata. Accordo che non è stato raggiunto e, che, invece, è stato superato da un’istanza inoltrata, in modo condiviso, dai soli privati e che si affianca a quella reiterata dal Comune di Cles insieme a due privati e il Comune di Cis.
Ora la Comunità di valle, con il supporto anche delle amministrazioni comunali, ha optato per una nuova pausa. Il tempo servirà, come spiega il presidente, per maturare un indirizzo comune sull’intero fiume Noce, tenendo conto delle varie modalità di fruizione dell’acqua, dall’idroelettrico alla pesca fino agli sport fluviali. «Stiamo valutando anche la possibilità di proporre una pratica unitaria - commenta Redolfi -. Abbiamo deciso di portare avanti un approfondimento relativo al tratto tra il ponte di Dimaro e il ponte di Monclassico per promuovere un’istanza condivisa tra il pubblico e i privati. Quella è una una zona di fiume non navigabile, urbanisticamente già compromessa, che vede la presenza di capannoni artigianali. Avevamo, quindi, bisogno di tempo per aggiungere uno strumento di valutazione ai tanti studi che già abbiamo». «Naturalmente - precisa il vicepresidente Alessandro Fantelli - non è una domanda che si aggiunge a quelle che già ci sono, ma ciò sarà possibile solo a patto che spariscano tutte le altre». Comprese le istanze di concessione idrolettica già presentate sullo stesso punto di fiume sia da privati che dal Comune di Dimaro con Commezzadura. 
Tale soluzione potrebbe essere peraltro condivisa anche dal Comitato permanente di salvaguardia del fiume Noce che, sebbene non neghi di preferire una situazione a zero centraline, ha individuato in quell’area l’unico luogo in cui potrebbe starci una struttura di questo tipo. 
«L’obiettivo è quello di fare sintesi - conclude il presidente -, prestare attenzione ai bisogni sollevati dai vari portatori d’interesse e dare soddisfazione anche ai Comuni della bassa valle. Si aprirà poi tutta la discussione sulle compensazioni e tutto il resto. Ora dobbiamo arrivare a un parere politico unico. Tutto ciò tenendo presente che sul torrente si innesta anche la questione del depuratore di bassa valle, tuttora fermo al palo. Credo che questo sia uno degli obiettivi più importanti da raggiungere».

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