Quel Natale in guerra del 1917

di Federica Chini

L’anno più difficile della Prima Guerra Mondiale, il 1917, ed in particolare il periodo di Natale, saranno protagonisti di una mostra presso Palazzo Assessorile curata da Alberto Mosca, organizzata da Nitida Immagine e dall’assessorato alla cultura comunale retto dal vicesindaco Vito Apuzzo, in collaborazione con numerosi enti ed associazioni del territorio, tra cui l’ufficio tecnico e la biblioteca comunali.

L’esposizione sarà allestita al primo piano dell’antico palazzo, mentre al secondo ed al terzo sarà possibile visitare la tradizionale mostra di presepi a cura di Enrico Poli e del Circolo Presepisti di Cles, con rappresentazioni della Natività vere e proprie opere d’arte.

Ma perché scegliere proprio un anno ed una sede in particolare del primo conflitto mondiale come argomento principale di una mostra?

«Innanzitutto volevamo esplorare un ambito poco conosciuto e distante dal fronte, ma non per questo lontano dalla guerra. Cles era negli anni della reggenza asburgica la sede del capitanato distrettuale delle valli del Noce - spiega Mosca - . Il 1917 è stato un anno determinante per le sorti del conflitto: la Russia si ritira ed il fronte orientale viene così chiuso, mentre più a ovest l’Italia partecipa ad una delle battaglie più disastrose della guerra a Caporetto. Sia tra le truppe che tra la popolazione civile, arrivati allo stremo delle forze (predomina una situazione tale di miseria e fame) serpeggia la sensazione e la speranza che il conflitto stia finalmente volgendo al termine dopo anni terribili. Una speranza vana, dato che la guerra proseguirà per quasi un anno ancora, fino al novembre del 1918».

I visitatori potranno vedere da vicino ricco materiale (documenti, cartoline, diari, lettere dal fronte ed oggetti di varia natura) in gran parte inedito, proveniente dall’archivio comunale di Cles, dalla Fondazione Museo Storico del Trentino, dal Museo della Guerra Bianca di Peio e da collezioni di privati. Tra i cimeli più significativi, un tabernacolo in legno utilizzato per celebrare l’Eucaristia sui fronti più aspri in alta montagna, proveniente dal museo di Pejo. Un aspetto dell’esposizione che merita un’attenzione particolare è legato ai più giovani soldati arruolati sia dall’Austria che dall’Italia in quell’anno, poi conosciuti come i «Ragazzi del ?99».

Una generazione molto sfortunata, i quanto quei ragazzi furono gli ultimi ad essere chiamati alle armi nel primo conflitto mondiale ed i primi nel secondo. «A questo proposito, ci è parso opportuno coinvolgere i giovani nati esattamente un secolo dopo, nel 1999, che ora studiano alle scuole superiori: essi hanno realizzato appositamente un cartellone con le loro riflessioni sulla guerra e la pace - continua il curatore -. Quel Natale del 1917 nessuno ce la faceva più ormai e le stesse potenze europee lanciavano segnali in direzione di un armistizio; Papa Benedetto XV il 1° agosto aveva definito la guerra "un’inutile strage" ed il "suicidio dell’Europa civile". Da troppo tempo la guerra imperversava, troppe erano state le vittime: qualcuno poteva fondatamente pensare che quello doveva essere necessariamente l’ultimo Natale di guerra».

L’esposizione sarà inaugurata venerdì 8 dicembre alle 11 e sarà aperta al pubblico dal martedì alla domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Chiuso il lunedì ad eccezione dell’8 gennaio. Il percorso «Presepi d’Incanto sarà invece aperto dall’8 dicembre all’8 gennaio nei medesimi orari.

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