Alta Val di Non, bocciato il nome del Comune

di Andrea Bergamo

Il disegno di legge sulla fusione di Fondo, Malosco e Castelfondo è stato bocciato il 1° febbraio dal Consiglio delle autonomie che raccoglie i rappresentanti dei sindaci di tutto il Trentino.
Non si tratta di uno stop al processo di aggregazione voluto dai cittadini-elettori che si sono espressi favorevolmente in occasione del referendum di dicembre, dato che il parere espresso non è vincolante. Il messaggio politico è comunque forte e riguarda la denominazione delle nuove realtà amministrative. Ma non solo.

Per la prima volta i sindaci riuniti in assemblea hanno respinto una delibera di questo genere: il voto contrario (12 sì, 11 astensioni e 2 non votanti) è arrivato al termine di una breve discussione partita dal caso specifico dell’Alta Anaunia. Quantomeno curioso è che molti dei sindaci astenuti facciano parte del gruppo dei cosiddetti «Civici», che hanno approfittato della questione per battere un colpo forte e chiaro, anche in vista delle provinciali. I toni in aula si sono accesi quando il sindaco di Riva Adalberto Mosaner (Pd) ha fatto presente di non essere riuscito a votare con lo smartphone in dotazione, chiedendo di ripetere le operazioni. Alcuni dei colleghi si sono tuttavia opposti per evitare che l’esito (pesante) del voto fosse modificato. E così il disegno di legge regionale sulla fusione è stato rigettato.

I due rappresentanti nonesi in seno al Consiglio delle autonomie avevano invitato i loro omologhi ad avviare un ragionamento sulle denominazioni delle nascenti realtà amministrative.
Fabrizio Inama (Denno) ha votato a favore, ma ha anche chiesto una regolamentazione chiara al riguardo, per evitare l’adozione di toponimi «fantasiosi» e non incorrere in nuovi conflitti. Il braccio di ferro in atto sul nome del Comune unico «Alta val di Non» è cosa nota, e i sindaci di Romeno, Cavareno e Ronzone da tempo hanno annunciato che continueranno la loro battaglia in tribunale. Per questo motivo Daniele Biada (Campodenno) ha chiesto di sospendere la votazione su questa specifica fusione, in attesa di una sentenza che chiarisca l’intricata vicenda. Gli è stato risposto che il parere del consiglio riguarda la fusione e non il nome e così Biada ha preferito astenersi, dato che la denominazione è tra gli elementi fondamentali riportati sulla scheda del referendum. Tra gli altri, non è arrivato il parere favorevole nemmeno da parte del sindaco di Mezzolombardo Christian Girardi, secondo il quale sarebbe quantomeno fastidioso se nel suo ambito nascesse un Comune denominato «Piana Rotaliana».

Intanto, dall’Alta valle arrivano le prime reazioni al clamoroso esito della votazione. «Si tratta di un segnale politico importantissimo» commenta il sindaco di Ronzone Stefano Endrizzi, che plaude al gruppo di sindaci che ha «fatto proprie le perplessità delle tre amministrazioni che sono ricorse al Tar e continueranno la loro battaglia fino alla fine».
Una battaglia «in difesa dell’intera Alta valle e non contro i cittadini di Fondo, Malosco e Castelfondo. La Provincia si assuma ora le proprie responsabilità».

comments powered by Disqus