Polemica referendum «Il sindaco ritiri il ricorso»

di Andrea Bergamo

Il referendum che ha sancito la nascita del Comune di «Alta Val di Non» è destinato a cambiare gli equilibri dell’Alta Anaunia. Due sono però gli aspetti cruciali che aprono nuove discussioni: l’uscita di Malosco dall’Unione dei Comuni (ente sovracomunale che comprende anche Romeno, Cavareno, Romeno e Sarnonico) e i possibili sviluppi dopo l’ordinanza del Tar di Trento che ha bocciato la richiesta sospensione del referendum di fusione presentata dalle amministrazioni di Romeno, Cavareno e Malosco.

Proprio questi argomenti sono affrontati in una nota diffusa nelle scorse ore dal gruppo di minoranza di Romeno «Diamo ali alle radici» con il capogruppo Francesco Asson e i consiglieri Stefano Graiff, Alessandro Rosati, Stefania Valentini e Fabio Zucal. «Dopo una settimana di dubbi ed attese per il pronunciamento del Tar sul ricorso che ci piace definire, con animo natalizio, «fantasioso» presentato prontamente dal sindaco di Romeno Luca Fattor in celere esecuzione di ordini pervenuti dalla «cabina di regia» dell’Unione Alta Anaunia, finalmente la parola è passata ai cittadini.

E il giudizio, come sempre inappellabile, dice che il Comune Alta Val di Non è realtà» si legge nel documento. A tal proposito, l’opposizione di Romeno avanza il «legittimo sospetto che questa bella pensata abbia contribuito al risultato positivo» della consultazione referendaria di domenica a Castelfondo, Fondo e Malosco. L’auspicio del gruppo è ora che, nel rispetto della democrazia, «il sindaco di Romeno e chi lo guida abbiano l’onestà intellettuale e la correttezza di ritirare un ricorso sul nome Alta Val di Non che a questo punto non sarebbe contro le amministrazioni ma contro le comunità». A tal proposito va detto che nella propria ordinanza il Tar ha avanzato «dubbi sulla giurisdizione di questo tribunale», ma non è escluso un secondo ricorso al tribunale ordinario dopo la pubblicazione della legge istitutiva da parte della Regione.

Il gruppo guidato da Asson ricorda dunque i contenuti della mozione nella quale si chiedeva a Fattor, anche in qualità di presidente dell’Unione, «di prendere atto della grave situazione di disgregazione in cui è venuta a trovarsi l’Alta valle e, anche a fronte della richiesta del Comune di Dambel, di avviare un percorso attraverso l’attivazione di un tavolo di confronto fra le amministrazioni, con il coinvolgimento delle parti economiche e sociali. In quell’occasione ci fu però detto che questa proposta era irricevibile, poiché tavoli e confronti sarebbero perdite inutili di tempo». Un atteggiamento che - secondo la minoranza di Romeno - sarebbe «dettato e condiviso dalla giunta dell’Unione, che ragionevolmente avrebbe dovuto ricercare percorsi di dialogo e di confronto, ma in realtà è comandata dal triunvirato Fattor - Gilberto Zani - Stefano Endrizzi, che impongono le decisioni anche agli altri sindaci senza alcuna volontà di confronto». Evidente è il riferimento agli scontri in consiglio con i primi cittadini di Sarnonico e Malosco Emanuela Abram e Walter Clauser.
Quest’ultimo auspica ora di poter lasciare l’Unione per avviare una nuova gestione dei servizi, in vista della fusione che scatterà ufficialmente nel 2020. L’Unione, secondo la minoranza di Romeno «dovrà essere quantomeno ripensata».

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