Ronzone, centro acquatico aperto da maggio

di Guido Smadelli

«Il nostro obiettivo è aprire al pubblico l’1 maggio 2017. Questa struttura potrà rimanere aperta e utilizzabile almeno sei mesi l’anno, ora stiamo pensando alla gestione». Il sindaco di Ronzone, Stefano Endrizzi, si dichiara ottimista. Dopo 12 anni di lavoro, il blocco del progetto (dieci anni fa un ambizioso «centro acquatico» naufragato con il fallimento di Cosbau), 5 milioni e mezzo di investimento, a soli 14 mesi dal via ai lavori la struttura natatoria è pressoché ultimata: grazie all’impresa trentina Mak e alla Lynx Tecnhology, azienda brianzola all’avanguardia nel campo di tecnostrutture di copertura, i lavori volgono al termine. 
 
«Qui tutto è in legno e policarbonato alveolare a sei camere, ad alto coefficiente termico», spiega il geometra Osvaldo Osmanti, della citata ditta, illustrando come funzionerà la copertura della vasca per il nuoto. Una copertura che grazie a rotaie si avvolge sul lato nord della struttura, quando è bel tempo, garantendo la possibilità d’utilizzo in ogni stagione, con vasca e 400 metri quadrati attorno al riparo dal freddo. «Si tratta della prima struttura simile in regione», sottolinea Endrizzi. «D’altronde qui siamo a 1.200 metri, è una delle piscine più in quota del Trentino.
Le innovazioni non riguardano solo la copertura, vi sono anche novità per il ricambio dell’acqua e il riciclo dell’aria, così come per il calore, fornito da teleriscaldamento».
 
Il lido non è comunque solo una piscina. All’esterno della struttura coperta c’è un’area di tre ettari, dove trovano posto, oltre a parcheggi, viabilità d’accesso, l’area verde curata dall’agronomo Francesco Decembrini, una vasca ludica per i bambini, 140 metri quadrati d’acqua profonda 60 centimetri, con scivolo, giochi d’acqua, area relax per le mamme, terrazza solare da 1.000 metri quadrati e 2.500 di area verde per farsi la tintarella. La piscina semiolimpionica coperta ha profondità dai 130 ai 160 centimetri, adatta per nuoto libero, competizioni, corsi, hydrobike, dotata di fontane cervicali e hydrojet; la superficie fuori acqua utilizzabile a struttura chiusa è di 400 metri quadrati, con riscaldamento a pavimento. E non manca una palazzina con magazzino, spogliatoi (ce n’è uno anche per famiglie, oltre che per maschi e femmine), bar, terrazze panoramiche interne ed esterne. 
 
«A oggi abbiamo investito 5 milioni e mezzo di euro», ricorda il sindaco. «Per il lido 3,6 milioni, di cui 680mila a carico del Comune, il resto per viabilità e parcheggi (1,5 milioni) e teleriscaldamento (400 mila). E dobbiamo ringraziare, oltre a quanti hanno lavorato, anche il direttore lavori, l’ingegner Nicola Zuech, che ha seguito tutto nei minimi dettagli». Finito l’inverno, si parte: «Stando ai dati dello scorso anno, in alta valle abbiamo avuto 160 mila presenze turistiche, negli alberghi», considera Stefano Endrizzi. «Siamo convinti che di una struttura come questa vi sia bisogno, anche in ottica turistica. La nostra intenzione è tenerla aperta da marzo a ottobre, 8 mesi l’anno, ma se si renderà necessario sappiamo di poterla mantenere in funzione anche più a lungo». Rimane da sciogliere il nodo gestione, cui l’amministrazione comunale sta lavorando: da un’accorta gestione dipende infatti il buon fine di un impegno durato tre legislature.

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