Dermulo, recise 80 piante di Fuji dell'azienza Walter Pinamonti

Un’ottantina di meli Fuji tranciati, ancora carichi di mele. Un danno di «soli» 5 mila euro, tra piante da buttare, messa in posa di nuove, un paio d’anni di attesa perché queste diano frutto. 

Il fatto è avvenuto la notte di venerdì in un frutteto nei pressi del ponte di Santa Giustina, in direzione Dermulo, di proprietà dell’azienda agricola di Walter Pinamonti, agricoltore di prima categoria di Tassullo. Il giorno seguente la presentazione della denuncia contro ignoti, alla compagnia dei Carabinieri di Cles; non la prima che il Pinamonti presenta, negli ultimi tempi. 
 
«In effetti ne abbiamo già presentata una in estate, quando in diversi appezzamenti dell’azienda di mio marito sono stati tagliati dei fili di ferro, quelli che sostengono i filati di alberi», commenta la moglie Federica Pilati. «Un danno mirato, dato che un simile fatto si era verificato solo in appezzamenti di nostra proprietà, evidentemente chi aveva compiuto il fatto era al corrente delle nostre proprietà. Ora il taglio di queste 70-80 piante di fuji, sempre in un nostro terreno. Evidentemente chi agisce sa dove colpire». [[{"type":"media","view_mode":"media_preview","fid":"1508651","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"180","style":"float: right;","width":"180"}}]]
Anche nel caso dei sostegni tranciati era stata presentata denuncia, sempre contro ignoti. Così era avvenuto anche più indietro nel tempo, quando il «caso» era invece stato un furto: in un momento di assenza della famiglia qualcuno aveva svuotato la cisterna del gasolio di casa, e si era impossessato di un discreto quantitativo di antiparassitari. 
 
Qualche idea su chi possa essere stato? Federica Pilati ci pensa un attimo. Una certa esitazione, poi: «No. O almeno, meglio non dire niente». Qualche pensierino, evidentemente, c’è. «Speriamo solo che darne notizia serva a mettere chi compie questi atti sull’avviso. Noi di nemici non ne abbiamo, svolgiamo il nostro lavoro correttamente. Forse sarebbe il caso di piazzare delle videotrappole, così a chi colpisce indisturbato passa la voglia…». 
 
Forse una allusione al fatto di alcune settimane fa, quando il 4 ottobre i «tagliatori» di fili di ferro e tiranti a Cloz erano stati individuati dai carabinieri della stazione di Revò proprio grazie alle videocamere ad attivazione automatica: si trattava di padre e due figli vicini di casa di un contadino danneggiato. Individuati e denunciati dopo una lunga serie di vandalismi e «dispetti».
 
Insomma, la raccolta delle mele non poteva concludersi, in valle, senza che un altro di questi atti deprecabili si verificasse. Per onor di cronaca, le Fuji ormai mature sono state raccolte dalle piante tranciate, quanto meno per l’industria possono andar bene. Con l’auspicio, da parte dell’azienda agricola, che la cosa non si ripeta, tanto per il danno in sé, quanto per l’amarezza che simili atti comportano a chi li subisce.
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