Concorso per assistente Comunità sconfitta al Tar

Il Tribunale regionale di giustizia amministrativa accoglie il ricorso presentato in merito al concorso pubblico per la copertura di un posto a tempo indeterminato di assistente sociale part time (18 ore settimanali) indetto ad aprile 2015 dalla Comunità della valle di Sole e vinto dall’assessora del Comune di Malé Chiara Valentinelli. Con la sentenza n. 00350/2016, il Tar annulla la determinazione del segretario della Comunità di valle n. 751, del 9 novembre 2015, che nominava la commissione giudicatrice della selezione, e con essa tutti gli atti procedimentali che le sono seguiti. Condanna inoltre la Comunità di valle e Valentinelli al pagamento delle spese di giudizio. 
 
Come si ricorderà, il Tar era stato chiamato a giudicare sulla legittimità della procedura concorsuale sia da sette candidate, che non avevano superato le prove scritte, sia da una candidata, collocatasi nella graduatoria finale ma in posizione non utile al fine dell’assunzione. Entrambi i ricorsi contestavano soprattutto la composizione della commissione giudicatrice che ritenevano viziata da un’incompatibilità fra la vincitrice Chiara Valentinelli, assessora del Comune di Malé e già in organico alla Comunità di valle a tempo determinato, e il presidente della commissione giudicatrice, Alberto Gasperini, allora segretario della Comunità di valle e vicesindaco di Malé fino alla decadenza decretata dal consiglio comunale e tuttora consigliere nel gruppo di maggioranza. Tra i due, oggi il Tar riconosce «un rapporto risalente e coerentemente evolutosi, tale da configurarsi come un saldo sodalizio politico-amministrativo, professionale e di vita pubblica che, in un territorio di dimensioni territoriale e demografica ridotte, è giuridicamente apprezzabile sul piano della contestata imparzialità». 
 
«Al termine di questo contenzioso il Tar ha oggettivamente riconosciuto le ragioni delle nostre patrocinate accertando l’evidente incompatibilità del presidente della commissione rispetto a una candidata perché c’era una conoscenza pregressa evidente e, quindi, invalidando di fatto tutta la procedura - spiega Massimiliano Gioncada, avvocato delle ricorrenti -. A questo punto la Comunità di valle, fatta salva la possibilità di presentare appello al Consiglio di Stato, se vuole ripetere la selezione pubblica lo può fare rinnovando però gli atti e con una diversa composizione di commissione. Del resto, era una questione di buon senso. Non si poteva oggettivamente sostenere che due membri di una giunta di un Comune così piccolo come Malé non si conoscessero. C’era un chiaro profilo di incompatibilità. Incompatibilità che non significa accordo criminoso, sia chiaro. Significa solo che per fare una valutazione adeguata è giusto che chi giudica e il giudicato non abbiano rapporti professionali, personali troppo intensi». 
 
La sentenza, in un passaggio chiarisce anche la posizione dello stesso avvocato Gioncada per il quale la difesa di Valentinelli ipotizzava una sorta di «conflitto di interessi» in quanto consulente dell’Ordine regionale degli assistenti sociali al quale appartiene anche la stessa assessora. «Il fatto di adombrare una presunta mia incompatibilità è stato un aspetto estremamente sgradito e fuori luogo - aggiunge Gioncada -. Dalla lettura del contratto che mi lega con l’Ordine è evidente che il mio legame contrattuale è appunto con l’Ordine, non con i singoli assistenti sociali di tutta la regione Trentino Alto Adige. Il Tar evidenzia che non sono in posizione di incompatibilità perché quello che ho impugnato non è un atto di Valentinelli. Ma era ed è un atto della Comunità di valle. Ho impugnato un atto amministrativo di un’amministrazione pubblica». 
 
Dal canto suo il presidente della Comunità di Valle Guido Redolfi dice di aver appreso la notizia dall’avvocato che ha difeso l’ente. «Il Tar ha accolto il ricorso, annullato l’atto del segretario di nomina della commissione e gli atti conseguenti e condanna la Comunità a pagare le spese legali che ammonteranno intorno ai 7.000 euro - commenta Redolfi -. La prossima settimana si riunirà il comitato e solo allora sceglieremo il da farsi. Personalmente, credo che non sceglieremo la via del ricorso al Consiglio di Stato. Valuteremo anche eventuali azioni di rivalsa».

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