Parkour all'attacco: «Non siamo vandali»

Cles, i ragazzi che saltano dai muri stufi degli insulti sui social

di Guido Smadelli

Capriole, balzi, tratti di volo in posizioni impensate, morbidi atterraggi nonostante tutto su piastre di porfido. Lo zoccolo duro degli appassionati di «parkour», lo sport di strada che prevede anomale esibizioni, a Cles è composto da quattro ragazzi, Lucio ed Andrea Pailla, Marco Prendin e Lorenzo Manca, cui si affiancano molti altri giovani alle prime armi. Li si vede spesso in Corso Dante, di fronte al municipio, dove c’è un largo muretto contenente un’aiuola, affiancato da un ampio marciapiede che dà sulla parte di piazza pedonalizzata; o dinanzi a Palazzo Assessorile, area chiusa al transito, dove dei gradini ed altre strutture garantiscono la loro attività.
Ma. Un «ma» c’è sempre. A qualcuno quei ragazzi che saltano e ruotano nell’aria danno fastidio.

Accuse dirette: di un dipendente comunale che dice di essere stanco di riparare i danni da loro provocati, del volontario di un’associazione che su facebook inveisce affermando che dà fastidio chi salta in luoghi pubblici, di qualche mamma che dice loro di andarsene al parco giochi (dove altre mamme portano i bambini). Con attacchi e minacce sul web, in particolare su un sito clesiano, dove non si risparmiano critiche a questi ragazzi che rovinano le cose pubbliche, e vengono annunciate chiamate ai carabinieri per far terminare questo scempio? con indicazioni precise: «trovatevi un altro posto», e «siete dei vandali».

I «parkourristi» ne hanno abbastanza. Così Lucio Pailla, concluse le fatiche della maturità (neo geometra, 74/100), a nome dei colleghi (tutti maturi, tranne il fratello Andrea, più giovane, che al Pilati, indirizzo economico, viaggia sopra la media dell’otto), ci tiene a delle precisazioni. Innanzitutto quell’attività in piazza è stata autorizzata formalmente già nel corso della passata legislatura dalla sindaco Maria Pia Flaim. «Ci ha detto che possiamo fare i nostri allenamenti, in Corso Dante, basta non fare danni, non farci male, stare attenti alle persone», chiarisce Lucio. «Cosa che è stata confermata dall’attuale amministrazione, alle stesse condizioni. Nel frattempo stiamo anche collaborando, con l’amministrazione, ad esempio per l’organizzazione della Festa dello Sport, dove già lo scorso anno, ed anche il prossimo mese, siamo invitati per una esibizione».

E i danni come sostiene qualche cittadino? «Se vi fossero dei danni li pagheremmo. Ma non ne abbiamo mai fatto alcuno, facendo attenzione anche a non importunare chi passa per strada. Forse secondo certi sarebbe meglio se ci ubriacassimo o se ci drogassimo, daremmo meno disturbo e saremmo meglio accettati. Ma noi non beviamo, non ci droghiamo, semplicemente pratichiamo una disciplina sportiva che prevede delle abilità e grande attenzione, a noi e agli altri. Ma si sa, il nuovo è sempre difficile, da accettare».

Lavorare in palestra? «Al campo sportivo e nelle palestre non ci sono strutture adatte», risponde Lucio. Se ci danno un angolino possiamo anche costruircela noi, la nostra palestra. Ce ne sono a Bologna e a Vicenza, fatte con dei pallets, mica serve chissà che». La disciplina attira sempre nuovi adepti; all’estero, in certi Stati, è molto diffusa, ad Amsterdam ad esempio si è svolto recentemente un evento mondiale, con i migliori «parkourristi» dei 5 continenti. Anche i 4 ragazzi vengono invitati qua e là: ad esempio ad esibirsi in Valle di Sole, in occasione del mondiale di downhill alle porte. «Siamo sempre stati corretti, anche se talvolta vien voglia di dare una rispostaccia, a certe persone», conclude Lucio. «Chiediamo solo di essere lasciati in pace, non facciamo niente di illegale, e neanche di pericoloso per le altre persone».

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