Gioco d'azzardo diffuso anche tra gli studenti

Dambel, indispensabile sensibilizzare

«Nelle sale giochi si entra in giacca e cravatta, e dopo un mese si esce senza neanche le scarpe». Queste le parole di Marcello, ex giocatore patologico che ha sperperato i risparmi di una vita alle macchinette mangiasoldi. La sua storia ha costituito l’apertura della serata mirata a sensibilizzare adulti e giovani sul tema della ludopatia, organizzata dall’associazione «La storia siamo noi» e dal decanato, in collaborazione con Ama e Gruppo No Slot di Trento.

Matteo Conci, del Muse di Trento, ha affrontato il tema della probabilità, sulla quale il gioco d’azzardo è basato. Prendendo in considerazione il Superenalotto, la probabilità di vincere è bassissima (circa 1 su 622 milioni), eppure qualcuno che vince c’è, se ne parla spesso in televisione. Così, le persone pensano di poter essere quel qualcuno e continuano a giocare. Oltre alla speranza di vincere, vi è un’altra serie di fattori che spronano le persone ad investire il loro denaro nel gioco d’ azzardo, per esempio le macchinette sono state create perché vi siano piccole e frequenti vincite, di modo che il giocatore non vinca abbastanza per tornare a casa soddisfatto, ma abbastanza per continuare a giocare.

Poi Federica Modena - una studentessa di educazione personale a Rovereto - dalle cui parole emerge che il gioco d’azzardo in Italia è particolarmente diffuso, anche tra gli studenti: negli ultimi 12 mesi ha dichiarato di aver giocato il 46,8% dei ragazzi tra i 15 ed i 19 anni, mentre per quanto riguarda i soli ragazzi minorenni ha dichiarato di giocare il 44,8% dei diciassettenni, il 43,7% dei sedicenni ed il 41,6% dei quindicenni, quando ai minorenni il gioco dovrebbe essere assolutamente vietato. A preoccupare, è anche il fatto che delle 2200 applicazioni per smartphone di slot machine, una ventina sono indirizzate ai bambini dai 4 agli 8 anni, spesso sono gratuite e categorizzate come se non fossero giochi d’azzardo. I più piccoli vengono avviati quindi all’idea che giocare sia qualcosa di giusto, e questo è un problema.

comments powered by Disqus