Sindaco e assessori in carrozzina per capire i problemi dei disabili

di Giorgia Cardini

Hanno girato Taio in sedia a rotelle per un’ora: quanto basta per rendersi conto che dislivelli insignificanti per un normodotato diventano ostacoli quasi insormontabili per chi non ha la fortuna di muoversi con le proprie gambe.
Un’esperienza illuminante. A provarla sono stati giovedì il sindaco di Predaia Paolo Forno, l’assessora comunale alla sanità Elisa Chini e la sua collega alle Politiche sociali Maria Iachelini.

Un’ora prima della giunta, insieme ad alcuni operatori del Gsh e servendosi delle carrozzine messe a disposizione proprio dal Gruppo Sensibilizzazione Handicap, i tre amministratori sono partiti dal municipio per percorrere vie e marciapiedi che rappresentano i collegamenti principali tra servizi pubblici essenziali: il comune, la farmacia, gli ambulatori pubblici.
Una prima assoluta, per un’amministrazione comunale: «Non eravamo stati preavvisati di cosa avremmo dovuto fare - spiega Forno - ma avevamo risposto all’invito del Gsh che ha analizzato la situazione delle barriere architettoniche nei paesi della Val di Non, tra cui Taio».
Partendo dal municipio, Forno, Chini e Iachelini si sono dati il cambio tra sedie a rotelle manuali ed elettriche, vivendo la situazione da due punti di vista: quella della persona affetta da handicap motorio ma anche quella dell’accompagnatore. Hanno infatti spinto le carrozzine in punti particolarmente difficili.

«È un’esperienza che non si capisce, se non la si vive in prima persona - commenta il sindaco -: come disabile il gradino di 2 centimetri, a cui non si fa caso camminando, diventa insormontabile; la mancanza di un attraversamento pedonale è un pericolo; una transenna posizionata male diventa un ostacolo. Quella della sedia a rotelle è una prospettiva che permette di capire dove bisogna intervenire sia con opere strutturali, sia con adeguata segnalazione».
Uno dei punti qualificanti del programma della giunta di Taio, ricorda Forno, è proprio quello di ridurre le barriere architettoniche: «Però ci sono quelle facili da individuare, che tutti vedono e capiscono, e che avevamo già in programma, mentre da paraplegico ho colto la necessità di altri interventi».
Tipo? «Il bancomat ad altezza di carrozzina, ad esempio, alcune pendenze difficili del tratto di strada che porta alla farmacia, un attraversamento da migliorare, qualche problema nel prendere l’ascensore che porta agli ambulatori».

Un bello stimolo, insomma, per un’amministrazione: e ora cosa succederà? «Sarà steso un report dettagliato di quanto è stato rilevato giovedì. Ci hanno detto che questa è la prima volta in assoluto che una giunta si presta a questo tipo di esperienza, ma dovrebbero farlo tutti perché l’input che se ne ricava non può che portare a migliorare la situazione». «E il merito - conclude Forno - è del Gsh», gruppo che da 25 anni è al servizio delle persone disabili e che da tempo si muove proprio per sensibilizzare i cittadini e le amministrazioni a darsi da fare per eliminare gli ostacoli che limitano la vita sociale di chi ha subito menomazioni o è costretto alla parziale immobilità a causa di malattie e incidenti.

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