«Sfigatamente fortunato» Il bello anche nei giorni brutti

di Andrea Bergamo

Sta prendendo forma a Coredo il nuovo Centro Sebastiano voluto dalla Fondazione trentina per l’autismo. «I lavori proseguono e si concluderanno nella primavera 2016» dice il presidente Giovanni Coletti, che ieri nel cantiere della struttura ha presentato il libro autobiografico «Sfigatamente fortunato». Un testo di 123 pagine, curato da Alessandro de Bertolini con illustrazioni di Danilo Zucal, edito dalla Fondazione e in vendita online, nelle librerie e nelle edicole della val di Non a 10 euro. Il ricavato servirà a sostenere le spese di realizzazione di casa Sebastiano: su un totale di 4,6 milioni di euro, l’ente pubblico ne finanzia circa 3,5. Così, nel coprire la somma rimanente sono impegnati cittadini, imprenditori e squadre importanti come l’Aquila Dolomiti Energia Basket.
Cavalier Coletti, il titolo del suo libro si riferisce al dramma dell’autismo, che la sua famiglia vive in prima persona?
«In molti credono che nel volume si parli solo di autismo, ma le questioni affrontate sono numerose. Racconto il mio percorso di vita, dalla perdita del papà quando avevo tre mesi, alle altre numerose avventure. Nelle varie sfortune, è necessario trovare gli aspetti positivi, anche se possono sembrare marginali».
Parliamo delle sue origini.
«Sono cresciuto in una famiglia di contadini, andavo in campagna e mungevo le vacche. Sono poi stato assunto in due aziende artigiane e ho lavorato come venditore di pentole. Finché, all’età di 26 anni, mi sono detto che era tempo di provarci. Ed è nata la Tama».
Con la crisi economica in atto è però oggi più difficile per un giovane diventare imprenditore.
«Credo che per emergere serva grande determinazione. È necessario smettere di fare i mammoni, ma anche chi ci governa dovrebbe dare un taglio alla burocrazia, mentre il sistema del credito dovrebbe aprirsi alle giovani menti. Il successo, comunque, non può essere solo di natura economica, ma è necessario che punti al sostegno del territorio».
La sua vita ha avuto una svolta nel 1988.
«Quell’anno sono nate le mie figlie Martina e Roberta, alle quali ho dedicato il mio libro. Quando le gemelle hanno raggiunto l’età di due anni sono emersi i primi problemi. Mia moglie Emanuela ed io avevamo notato il loro diverso comportamento rispetto ai coetanei. Abbiamo vissuto anni di grande smarrimento. Volevo mollare tutto».
Quali sono i sintomi della malattia?
«I bambini affetti da autismo si chiudono in loro stessi, non rispondono alle sollecitazioni dei genitori e compiono movimenti ripetitivi e solitari. Le mie figlie non comunicavano con nessuno, ma sono state fortunate ad aver incontrato insegnanti che hanno preso a cuore la loro situazione».
Lei ha anche fondato l’associazione Agsat, a sostegno delle famiglie che affrontano questo problema.
«Ho capito che mi dovevo rimboccare le maniche, così è nata l’associazione di autodiagnosi che favorisce il confronto fra familiari. Oggi le mie figlie vivono bene, grazie a buoni presupposti riabilitativi e sociali».
Come è nata l’idea del Centro Sebastiano?
«La struttura prende il nome dello sfortunato Sebastiano Ghirardini, il bimbo della val di Sole scomparso tragicamente nel 2001. La fondazione è nata appositamente per creare questo centro, fortemente sostenuto dalla giunta provinciale per le sue caratteristiche».
Ecco, quali saranno le peculiarità del centro?
«Fondamentale sarà l’appoggio di Azienda sanitaria e servizi sociali. Il centro diventerà punto di riferimento per tutti gli autistici del Trentino grazie alle sinergie con i vari territori».

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