Ricattato dopo la scappatella, scuciti 16 mila euro

Galeotta fu la scappatella. Da mesi un quarantenne della val di Non viveva sotto ricatto, con l'incubo che quella relazione molto soft, durata pochi mesi, potesse rovinare il suo matrimonio. Regista del tutto, una avvenente 24enne dell'Europa dell'est, che è riuscita a farsi consegnare quasi 16 mila euro, con la minaccia di dire tutto alla moglie dell'uomo. Alla fine, però, è finita nella trappola dei carabinieri di Cles

di Leonardo Pontalti

Minacciava da mesi un quarantenne della valle di Non, chiedendogli continuamente denaro in cambio del suo silenzio.
In tre anni, un'avvenente 24enne dell'Europa dell'est, era riuscita a scucire all'uomo, un impiegato, quasi 16mila euro. Il prezzo per non riferire alla moglie di lui dei loro fugaci incontri, durati appena qualche mese e fatti di timidi approcci sessuali e qualche cena a lume di candela.
Un incubo, per il quarantenne, che era cominciato con una semplice cortesia: la bella ragazza, infatti, era entrata nella sua vita in un giorno di pioggia, per caso. Lei era ferma sul ciglio della strada, con l'auto in panne. Lui si era offerto di aiutarla e a seguito di quell'episodio sembrava essere nata una simpatia. Forse reciproca, forse - alla luce di quanto sarebbe successo poi - creata e alimentata ad arte dalla ragazza.
Quel che è certo è che la storia è sempre andata avanti senza andare troppo in profondità. Incontri romantici, documentati da fotografie scattate dalla 24enne, e poco più. Quel che è bastato alla giovane, tuttavia, per poter prospettare all'uomo la possibilità di informare la moglie di lui del momento di debolezza del marito o, peggio, narrarle una storia di piena infedeltà.
Una prospettiva non certo allettante per l'uomo. Che, quando la ragazza si è detta disponibile a tacere in cambio di una piccola somma di denaro, ha accettato. Peccato che nel tempo, il patto si sia rivelato basato non su una transazione una tantum, ma su un vero e proprio «abbonamento», con quote periodiche da versare per rinnovare il patto.
Di più: ormai la ragazza - che in passato, al tempo dell'incontro con l'uomo, aveva vissuto in valle lavorando come badante - era tornata stabilmente nel paese d'origine e si concedeva capatine in Trentino solo per ritirare le rate di quello che ormai confidava potesse essere una sorta di vitalizio.
Come detto, il quarantenne ha retto per tre anni, ma nelle scorse settimane ha deciso di rivolgersi ai carabinieri della compagnia di Cles, esasperato dalle sempre più pressanti richieste di denaro, precedute e seguite da minacce telefoniche.
Nei giorni scorsi, dopo essersi accordato con la 24enne per l'ennesimo incontro e l'ennesima consegna di denaro - 400 euro - l'impiegato ha così informato i militari del radiomobile clesiano, che hanno fotocopiato le quattro banconote da cento destinate alla giovane. Non appena il quarantenne le ha consegnate alla ragazza, i carabinieri hanno perquisito la ragazza e proprio grazie alle fotocopie dei numeri di serie hanno potuto coglierla in flagrante, smentendo la sua versione.
L'intraprendente 24enne, infatti, per nulla scompostasi, aveva già riferito ai militari di aver appena prelevato il denaro da uno sportello bancomat. In fondo, non una vera menzogna ma solo un'interpretazione della realtà: il quarantenne era diventato davvero il suo bancomat, in carne e ossa.
A carico della donna, sono anche stati acquisiti i messaggi inviati all'uomo: addosso le sono stati trovati i cellulari con le sim corrispondenti ai numeri telefonici da cui erano partiti. Alla luce di questi elementi, la ragazza è stata trasferita nel carcere di Spini dove deve rispondere dell'accusa di estorsione.

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