«Pejo Scuola Viva» interrompe l'attività

«Pejo Scuola Viva» interrompe l'attività. Il minuscolo istituto sperimentale di tipo famigliare, nato due anni fa dalla tenacia e dalla caparbietà dei genitori di Pejo, che, a seguito della soppressione della scuola primaria del paese, hanno dapprima tentato in ogni modo di ribellarsi all'imposizione e poi, a battaglia persa, hanno organizzato la prima scuola parentale del Trentino, non aprirà le porte per l'anno scolastico che ormai sta per iniziare. I bambini, accompagnati nel percorso di studi dalle proprie mamme e dai propri papà e da un gruppo di insegnanti-volontari, ritornano nel circuito educativo canonico offerto dalla scuola pubblica

di Lorena Stablum

«Pejo Scuola Viva» interrompe l'attività. Il minuscolo istituto sperimentale di tipo famigliare, nato due anni fa dalla tenacia e dalla caparbietà dei genitori di Pejo, che, a seguito della soppressione della scuola primaria del paese, hanno dapprima tentato in ogni modo di ribellarsi all'imposizione e poi, a battaglia persa, hanno organizzato la prima scuola parentale del Trentino, non aprirà le porte per l'anno scolastico che ormai sta per iniziare. I bambini, accompagnati nel percorso di studi dalle proprie mamme e dai propri papà e da un gruppo di insegnanti-volontari, ritornano nel circuito educativo canonico offerto dalla scuola pubblica. Nei prossimi mesi, quindi, frequenteranno il moderno plesso della scuola primaria di Celledizzo.
La sospensione dell'attività si scontra con il numero esiguo di alunni iscritti: partiti il primo anno in nove, e diventati otto in quello successivo, i bimbi sono ora rimasti solo in cinque. Troppo pochi, devono aver pensato i genitori, per far risuonare ancora una volta la campanella nelle stanze dell'abitazione privata dove, grazie alla disponibilità di un compaesano, si è sviluppata ed è cresciuta questa particolare esperienza educativa e di vita. Un'esperienza che, comunque, non si intende abbandonare del tutto. I pomeriggi opzionali continueranno a essere proposti a Pejo paese grazie anche al sostegno dei volontari che hanno fin qui accompagnato le famiglie: i maestri Alberto, Felice, Fernanda, Fulvio, Gabriella e Olivo non mancheranno di salire fin su al paese due volte in settimana per tenere le proprie lezioni. «Abbiamo deciso di fermarci per quest'anno» spiega Ivo Casolla, uno dei papà che si è impegnato per il buon esito della scuola autogestita. «È una necessità dovuta al numero dei bambini. Se dal punto di vista didattico avere un piccolo gruppo potrebbe consentire ai nostri figli di essere seguiti davvero uno a uno, ciò non lo riteniamo opportuno se valutiamo gli aspetti legati alla socialità. Per questo» conclude «dobbiamo necessariamente appoggiarci al polo scolastico. In attesa di nuovi sviluppi, avallati, magari, anche dalla politica, cercheremo di trovare una strada, una sorta di via di mezzo, per non disperdere questo importante percorso durato due anni». Insomma, non si vuole dare un taglio netto al filo di un progetto nel quale, passati i timori iniziali, si sono investite parecchie energie e si sono concentrate forti speranze.
L'ufficialità ancora non c'è. Lo evidenzia il dirigente dell'Istituto comprensivo alta Val di Sole,  Pasquacinzia Salomone . «I genitori hanno ritirato i moduli d'iscrizione ieri (mercoledì, ndr)» spiega. «Per ora, quindi, non è stato ancora formalizzato nulla. Se loro sono contenti di questa scelta, non possiamo non essere felici di riceverli. Mi auguro che la scuola pubblica possa soddisfare gli stessi desiderata che hanno cercato e trovato nella scuola parentale».
Non si sente di commentare la decisione, invece,  Afra Longo , assessore alla cultura, alle politiche sociali e giovanili del Comune di Pejo. «Circolava una qualche voce di popolo» afferma «ma non ne siamo stati informati né dalla scuola né dai genitori. Immagino che l'istituto ce ne darà comunicazione quando si sarà completato il percorso d'iscrizione».

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